Buongiorno
giustamente ci si preoccupa di dare al prossimo esame di maturità, il secondo consecutivo in condizioni d’emergenza, una veste seria. Non si dimentichi però che la serietà o meno di questo e di ogni esame dipende in larghissima parte dagli studenti, in qualunque situazione e contesto si svolgano gli esami.
Ricordo la mia maturità, nel lontano 1978: era il tempo dell’esame “provvisorio” post 68, una provvisorietà durata quasi 30 anni. La strategia di molti era: “studio solo le materie previste per l’esame, le altre no, perché tanto non ci sono”. Io adottai invece una strategia diversa: continuai a studiare assiduamente anche le materie fuori esame, convinto che avrebbero comunque giovato alla mia preparazione globale, con ricadute positive anche sulle discipline oggetto dell’esame di Stato.
Ed ebbi ragione: infatti gli esaminatori si complimentarono con me per la capacità di estendere interdisciplinarmente il discorso inglobando anche materie e argomenti non strettamente richieste dalle prove d’esame. Il che contribuì a valorizzare la mia prestazione e a farmi conseguire – detto molto (im)modestamente – il massimo dei voti.
Ovviamente, da ex maturando e da insegnante, consiglio a tutti di fare così!
Daniele Orla
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