Un ddl per punire con 3 mesi di sospensione i prof che fanno politica

Fa discutere la proposta di legge presentata in questi giorni dal deputato del Pdl Fabio Garagnani, componente della Commissione Cultura di Montecitorio, per introdurre una norma che sospende  per tre mesi, attraverso l’intervento dei presidi, gli insegnanti che fanno “propaganda politica o ideologica” durante l’attività di docenza. Se per l’on. Garagnani, primo firmatario della proposta di legge, questo è l’unico modo, almeno per il momento, di arrestare “l’impunemente propaganda” che attuerebbero una parte dei professori, soprattutto “dell’Emilia Romagna”, per i sindacati e le associazioni degli studenti si tratta di una eventualità tutta da rifiutare.
Il segretario Flc-Cgil, Domenico Pantaleo, ha dichiarato che “l’onorevole Garagnani ha perso un’altra occasione per stare zitto. L’ultima sua esternazione è per usare un eufemismo delirante.  Abbia rispetto per gli insegnanti tutti e per la loro funzione e abbia rispetto per la Cgil, una organizzazione sindacale che ha fatto della difesa dei valori costituzionali una punto identitario: si ricordi Garagnani – ha concluso Pantaleo – che gli insegnanti tutti non inculcano ma educano secondo i principi della nostra costituzione”.
Per il segretario dalla Cisl Scuola, Francesco Scrima, Garagnani farebbe bene addirittura a tornare a scuola: “in un periodo nel quale non è che il dibattito politico si dimostri sempre di qualità eccelsa – ha detto Scrima – ci mancava solo l’uscita dell’on. Garagnani. Per i suoi contenuti, si commenta da sola: più che denunciare la politica che si fa a scuola, sarebbe bene che fossero certi politici a ritornare per qualche tempo sui banchi, per farsi ‘inculcare’ idee un po’ meno peregrine”.
Attraverso le parole di Sofia Sabatino, la Rete degli Studenti ha detto che “non si capisce secondo quale criterio” i docenti “facciano ‘propaganda politica o ideologica’ all’interno delle scuole. È chiaro – ha proseguito la studentessa – che in un Paese che è stato cresciuto negli ultimi vent’anni sotto gli insegnamenti del Berlusconismo, la presenza di luoghi ancora pubblici, liberi e democratici come le scuole, fa molta paura”. La rappresentante della Rete ritiene che ormai i ragazzi sono sottoposti ad un “tentativo costante di imbrigliamento e censura, come abbiamo visto sui libri di testo e ora sugli insegnanti, e come se non bastasse, con un mensile attacco verbale da parte del Presidente del consiglio, che non perde occasione per screditare l’istruzione pubblica nel nostro Paese”.
Ed i riferimenti al Premier sono diversi: “la scuola pubblica Italiana – ha concluso Sabatino -, nonostante ciò che pensa Berlusconi, non inculca. Evidentemente è proprio questo che questo Governo non vuole accettare, avere un luogo in questo Paese che sfugge alle grinfie del re e della sua corte”.
Alessandro Giuliani

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