Categorie: Politica scolastica

Un dirigente non può giudicare gusti e decisioni personali dei docenti

Questa sentenza non è solo per me, ma per tutti gli individui discriminati sul lavoro.

A dirlo è stata l’insegnate trentina, cui l’istituto paritario dove era in servizio avrebbe chiesto di smentire voci per le quali avrebbe intrattenuto una convivenza sentimentale con un’altra donna.

“Nel tentativo di difendersi – si legge in una dichiarazione della docente, che viene riportata dal suo legale in una nota – , l’Istituto mi aveva anche accusata sui media di avere turbato studenti con discorsi impropri sulla sessualità. In giudizio l’Istituto ha addirittura rinunciato a dimostrare queste falsità”.

“Con questa decisione – continua l’insegnante – lo Stato italiano garantisce il diritto mio e di ogni altra persona a non essere discriminata. La dignità di ogni lavoratore è un principio supremo della Costituzione repubblica. Mi spiace che per il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, invece, questi fatti, che emergevano con chiarezza già dall’istruttoria che la stessa Giunta aveva disposto, fossero del tutto legittimi”.

 

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Secondo Alexander Schuster, il legale della prof, “la questione non riguarda tanto l’orientamento sessuale, perché dice molto di più: garantisce i diritti fondamentali di ogni lavoratore. Infatti, questa decisione fissa un punto chiaro: i datori di lavoro di ispirazione religiosa o filosofica non possono sottoporre i propri lavoratori a interrogatori sulla loro vita privata o discriminarli per le loro scelte di vita”.

“L’uso di contraccettivi, scelte come la convivenza, il divorzio, l’aborto, sono decisioni fra le più intime che una persona può compiere. Questa decisione – conclude il legale – ci dice che è la legge a stabilire cosa è discriminazione, non le convinzioni delle singole organizzazioni religiose”.

 

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Alessandro Giuliani

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