Il 94% di bocciati in Lombardia, agli scritti del concorso per la scuola dell’infanzia, se lo sono meritato: erano ignoranti e, continua il commissario intervistato da Vita.it, “se vedeste quei compiti, vedreste che sono pieni di errori di ortografia, di lessico, di grammatica: errori dei più banali e terribili, tipo “ha” senza acca e “un’esperienza” senza apostrofo”.
La grande percentuale di bocciati alla prova scritta in Lombardia per la scuola dell’infanzia aveva lasciato perplessi: oltre 9 su 10, e per saperne di più, dice Vita.it, si è cercato un membro di una delle commissioni della Lombardia per la scuola dell’infanzia per capire cosa è successo.
E costui ha risposto: “In Lombardia per la scuola dell’infanzia abbiamo corretto 2.358 compiti. Abbiamo ammesso all’orale 142 candidati, significa che abbiamo un 6% di ammessi. Per 96 posti. Siamo cinque commissioni, ognuna composta da un presidente e due commissari: ogni commissione ha corretto fra i 450 e i 500 compiti.”
I criteri seguiti per la correzione sono stati quelli pubblicati “sul sito dell’Ufficio scolastico. Abbiamo valutato la congruenza del testo rispetto alla consegna, l’organicità della risposta, la correttezza ortografica, sintattica e lessicale, i riferimenti all’esperienza, l’originalità del percorso didattico. Ci sono state alcune polemiche perché la griglia di correzione è stata pubblicata dopo lo scritto, ma non mi sembra che nei criteri ci sia nulla di “imprevedibile”.
Le domande erano composte di “quattro quesiti a cui rispondere in 20/22 righe, che riguardavano la pratica della didattica, ad esempio come organizzare un lavoro in piccoli gruppi o le abilità messe in campo dai bambini nella routine della merenda/colazione”.
Il problema è nato, ha detto il commissario, all’atto della correzione, allorchè abbiamo evidenziato “tantissimi errori ortografici, lessicali, di grammatica pura. Gente che si appresta ad insegnare e non conosce le regole base della nostra lingua, le concordanze, l’uso dei verbi. Le giuro che ho visto “ha” senz’acca e “un’esperienza” scritto senza apostrofo. E poi una non attenzione al compito: le indicazioni erano chiare, molte risposte invece erano completamente fuori tema”. Insomma, dice l’esperto “un disastro, ignoranza pura.”
Per quanto riguarda invece i promossi: “La maggioranza dei candidati che sono passati è molto giovane, del 1980, ‘81, ‘86. Le persone uscite dall’università hanno una preparazione di qualità maggiore, senza dubbio. Non hanno esperienza, ma il tirocinio li ha aiutati molto. E poi sono entusiasti.”
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