La legge contro il cyberbullismo, approvata a febbraio dal Senato, non avendo subito modifiche in commissione, dovrebbe avere il via libera definitivo e diventare cos’ legge.
Tra le novità del testo: la definizione del fenomeno e la possibilità, per il minore (anche senza che il genitore lo sappia) di chiedere direttamente al gestore del sito l’oscuramento o la rimozione della “cyber aggressione”.
Nel caso in cui il gestore ignori l’allarme, la vittima, stavolta con il genitore informato, potrà rivolgersi al Garante per la Privacy che entro 48 ore dovrà intervenire. Il disegno di legge istituisce, tra l’altro, un Tavolo tecnico interministeriale presso la Presidenza del Consiglio con il compito di coordinare i vari interventi e di mettere a punto un Piano integrato contro il bullismo via web.
E stabilisce la “procedura di ammonimento” come nella legge anti-stalking: il “bullo” over 14 sarà convocato dal Questore insieme a mamma o papà e gli affetti dell'”ammonimento” cesseranno solo una volta maggiorenne.
Ogni scuola dovrà individuare tra i prof un addetto al contrasto e alla prevenzione del “cyberbullismo” che potrà avvalersi della collaborazione delle Forze polizia.
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Commentando l’arrivo alla Camera del disegno di legge il presidente di Feicom, la Federazione Italiana Comunicatori e Operatori Multimediali, ha sostenuto: “Il web è un mezzo fantastico ma a volte cela dimensioni spaventose, soprattutto se si è genitori”.
La federazione, che raggruppa e tutela figure fondamentali nell’attività internet, dai social media manager ai webmaster, ha aperto un faro sulla tutela dei minori dai rischi del web e del cyberbullismo con l’avvio di un Osservatorio Permanente su Multimedialità e Minori.
“Pensiamo debba diventare un punto di riferimento, al fianco di associazioni ed enti che già si occupano di questa purtroppo attuale tematica che vede gli episodi in costante aumento – spiega il presidente Feicom-. Il bullo 3.0 non è più il ragazzo che picchiava gli altri a scuola, oggi non perpetra più violenza fisica ma una fortissima violenza psicologica attraverso la sua attività sui social. Le famiglie potrebbero già fare tanto ritardando proprio l’approdo dei propri figli proprio al mondo social”.
Per quanto riguarda la legge in discussione, “è importante che l’approvazione arrivi prima dell’inizio delle scuole, per iniziare con un imprinting diverso. Per la formazione del personale scolastico certo ci vorrà del tempo. La cosa veramente importante è legata al fatto di istituire per ogni scuola un docente che sia per gli allievi un vero punto di riferimento in materia di rischi del web, offra sicurezza e sia capace di monitorare cosa accade nelle reti di quella scuola, anche per segnalare alle autorità competenti il verificarsi di fatti di cyberbullismo, e non solo”.
Pronto, da parte di Feicom, anche un progetto specifico: “stiamo lavorando, sentiremo a breve i nostri ministeri di riferimento, Mise e Giustizia, ad un progetto per una reale tutela digitale dei minori. Faccio degli esempi, ci sono app il cui scarico è possibile senza nessun controllo rispetto all’età del soggetto che lo scarica. Ancora, si potrebbe lavorare per un accesso alla rete da smartphone solo in determinati orari, generando così una sorta di parental control. Su questo vanno stimolate in primis le compagnie di telefonia”.