Più di un docente su tre cambia incarico ogni anno, compresi i prof di sostegno, effetto questo sul quale è intervenuta anche la Corte dei conti, che ha evidenziato la farraginosità della normativa, che ripartisce le competenze tra cinque livelli (comunitario, nazionale, regionale, comunale, di istituto), e la frammentarietà dei finanziamenti. A fronte di una spesa mobilitata notevole, se è vero che solo per le supplenze l’ultimo dato utile parla di 900 milioni totali.
Il Sole 24 ore porta le cifre dell’intero meccanismo che riguarda l’insegnamento di sostegno, su cui, in un modo o nell’altro, il Ministero dovrebbe dire parole chiare.
“A fronte di 254mila studenti con disabilità abbiamo 139mila professori di sostegno. Di cui neanche 88mila di ruolo e 51 mila a tempo determinato, inclusi i circa 40mila «in deroga» che vengono attivati sulle ore aggiuntive rispetto al tetto nazionale di un prof ogni due studenti o su ordine dei giudici”.
E come se non bastasse, ci sono tanti precari, ma pochi sul sostegno che è stato usato per accedere al posto fisso e poi spostarsi sulle cattedre ordinarie, col risultato di avere supplenti anche privi di specializzazione.
Il ministro Bussetti ha però spiegato che l’assegnazione provvisoria sul sostegno può essere richiesta anche dai docenti non specializzati, purché stiano per concluderla o abbiano già prestato un anno di servizio su quei posti.
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