Comincia a definirsi il pensiero del nuovo Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini: “Sì ai licei in quattro anni, è un modello internazionale. La consultazione sulla scuola, invece, mi lascia scettica”, e ancora “il modello scatti d’anzianità va rivisitato con coraggio. Premi a chi si impegna, chi si aggiorna, chi studia. Tutti i mestieri che si rispettino prevedono premi. Valutazione e autonomia delle scuole, sul serio. Le scuole devono diventare università: gestire, scegliere”.” Gli automatismi sono il frutto di un mancato coraggio politico del passato . Ma ovviamente sto parlando in modo generale, prescindendo da eventuali misure che ancora non ho neanche lontanamente concepito”. “Ci sono due parole fondamentali su cui secondo me dobbiamo basare tutta la nostra azione: merito e valutazione . Per i docenti, come per gli studenti, si devono adottare criteri premiali. Che consentano agli insegnanti di migliorarsi e di essere premiati per i loro miglioramenti”.
Interessanti sono anche i riferimenti all’ex Ministro Gelmini: “”Il ministro Gelmini ha fatto una riforma importante, con luci e ombre, ma credo che da lì si possa ripartire, valorizzando i punti di qualità e cercando di correggere in non pochi punti che sono stati di nuovo centralismo, mentre l’università ha bisogno di maggiore autonomia”. Tutte queste affermazioni sembrano anticipare una sorta di resa dei conti per utilizzare meglio gli insegnanti, apostrofati qualche settimana fa dell’On Capua ( stesso partito del Ministro ) nel seguente modo; ” Il corpo docente è profondamente sottoutilizzato. Perché i professori lavorano 18 ore a settimana e hanno un giorno libero: questo oggigiorno non lo può fare nessun lavoratore. Occorre utilizzare gli insegnanti facendoli lavorare qualche ora in più a settimana: per contribuire al recupero degli allievi più fragili, per organizzare dei centri estivi, per andare incontro alle famiglie e ai bisogni della società odierna, diversa da quella di 20/30/40 anni fa, quando la scuola è stata arricchita di un corpo insegnante così numeroso “.
Sentendo tutte queste dichiarazioni di intenti, un docente precario, pendolare, stanco di dover combattere contro un potere che ascolta solo le statistiche e non le persone, potrebbe dire a denti stretti e in dialetto trasteverino: “Aridatece” la Carrozza.
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