Lo scorso 11 ottobre Adi, Adu, Andu, Cisal, Cisl-Università, Cnru, Cnu, Flc-Cgil, Link-Coordinamento Universitario, Rdb-Usb, Rete 29 Aprile, Snals-Docenti Università, Sun, Udu, Ugl-Università e Ricerca, Uilpa-Ur ha diffuso il seguente documento unitario:
“Anche il testo del DdL approvato dalla Commissione Cultura della Camera non accoglie nessuna delle principali proposte di modifica avanzate dalle organizzazioni universitarie e dal movimento di protesta che sta sempre più coinvolgendo tutto il mondo universitario (professori, ricercatori, precari, tecnico-amministrativi, studenti).
Al contrario, risulta confermata l’intenzione di scardinare il sistema nazionale dell’Università pubblica, attraverso:
– la drastica riduzione delle risorse e l’ulteriore divaricazione fra pochi Atenei ‘eccellenti’ e tutti gli altri;
– la scarsa considerazione delle esigenze della ricerca;
– il ridimensionamento della già ridotta autonomia degli Atenei;
– il drastico ridimensionamento dei docenti di ruolo, con la costituzione di una ‘base’ amplissima di precari, senza reali prospettive di accesso alla docenza;
– la messa ad esaurimento dei ricercatori, ai quali non si riconosce neppure il ruolo docente effettivamente svolto;
– lo svilimento della figura dell’associato;
– il ridimensionamento del ruolo del personale tecnico-amministrativo;
– lo snaturamento del diritto allo studio con la delega al Governo e l’introduzione del Fondo per il merito che eroga prestiti e premi, sostituendo le borse, con criteri che non considerano le condizioni economiche degli studenti.
E’ sempre più evidente che si vuole abbandonare l’idea stessa di una Università pubblica, autonoma, democratica, di qualità e aperta a tutti.
Chiediamo al Governo e al Parlamento un atto di responsabilità: si sospenda l’iter del DdL e si apra finalmente un serio e ampio confronto con l’Università, evitando di interloquire esclusivamente con chi non la rappresenta e con chi ha l’interesse a monopolizzare la gestione delle risorse pubbliche destinate alla ricerca e all’alta formazione”.
Il comunicato si chiudeva con un invito, rivolto a tutte le componenti universitarie, a continuare la protesta, partecipando in primo luogo alla manifestazione del 14 ottobre, che si è tenuta davanti alla Camera dei deputati.