Caro Ministro Bianchi,
a seguito di tante proteste del mondo della scuola mi sento di scriverle una lettera pubblica in virtù del fatto che il nuovo anno scolastico si avvicina. E sarà come tutti quelli che seguono dal 2020, anno della pandemia, un anno difficile per tutti. Perché il sistema scolastico italiano attuale è estremamente complesso, frutto di riforme sbagliate che hanno arrecato tanti danni.
L’algoritmo a cui tutti dobbiamo sottoporci se vogliamo lavorare nelle scuole pubbliche non funziona.
Ha bisogno di un rodaggio ben più lungo di due semplici anni. Nel frattempo però lo Stato esige da ogni docente tutta una serie di requisiti indispensabili per lavorare.
Requisiti che le elenco brevemente: innanzitutto i titoli di studio, poi la conoscenza informatica, la conoscenza linguistica. Requisiti in merito alla condotta. Ai precedenti penali. Insomma tutta una serie d’informazioni utili a conoscerci e a fare una prima scrematura. Anche perché nella scuola pubblica fino ai 18 anni i docenti lavorano anche con i minori. E dunque la loro condotta deve essere irreprensibile, anche da un punto di vista comportamentale-sessuale.
Fatta questa doverosa premessa, per far comprendere quanto complesso sia ancora il sistema scolastico italiano per apporto agli altri sistemi scolastici europei, le indico anche gli errori che questo sistema scolastico può fare.
Può attribuire un punteggio “bizarre” come dicono i francesi.
Ho 37 punti nel 2020 nella Provincia di Firenze e sono stata esclusa in 10 minuti per una crocetta sbagliata, un semplice errore materiale sanabile. Le graduatorie sono cristallizzate per due anni. Nessuno può entrare e nessuno può uscire in questi due anni.
Dopo aver preso subito servizio come prevede la legge, in 24 ore e firmato un contratto lungo, dopo quasi 5 mesi di lezione, sono stata dichiarata “decaduta”. E per ben due anni la scuola italiana, non mi ha permesso di lavorare.
La notizia positiva però è che quest’anno, chiedendo il trasferimento, mi hanno attribuito, con gli stessi titoli e con lo stesso punteggio di servizio, 42 punti e 50.
Possiamo sbagliare tutti. In buona fede o in cattiva fede. Ma poi esiste anche il libero arbitrio, la professionalità. L’umiltà di andarsi a vedere bene la normativa scolastica come ho fatto io in questi due anni.
Dov’è il problema? In un sistema assolutamente aleatorio da un punto di vista amministrativo, che non permette a noi utenti prima di tutto di capire in base a quale criterio trasparente vengono attribuiti questi incarichi annuali che allo Stato italiano sono indispensabili. Indispensabili anche per risparmiare Ministro. Tutti possiamo sbagliare. In buona fede o in cattiva fede. Ma poi esiste anche il libero arbitrio, la professionalità. L’umiltà di andarsi a vedere bene la normativa scolastica come ho fatto io in questi due anni.
Ho subito presentato ricorso in autotutela nel 2020 trattandosi di un semplice errore materiale. Su cui il Miur stesso si era già espresso. E aveva già stabilito a livello di p.a. come ci si doveva comportare. Non mi è stato mai risposto nulla dal Provveditorato in merito a questo ricorso in autotutela. Le sembra normale non rispondere ad un ricorso in autotutela?
Detto questo mi auguro che in futuro simili errori sia lei che tutti i singoli partiti a livello politico non li facciate più. Pretendere l’impossibile quando poi l’efficienza non c’è da parte del Provveditorato e da parte del Miur non va bene.
Lavoro da quando avevo 15 anni, si figuri se non riesco a capire se mi stanno prendendo in giro o devono far lavorare al posto mio un raccomandato.
Quando assumi un docente tutti i documenti li controlli subito. Non dopo 5 mesi.
Se hai qualche dubbio domandi al docente subito quello che non ti è chiaro. Non dopo 5 mesi.
A tutti i miei colleghi hanno controllato la documentazione e chiedevano delle spiegazioni se qualcosa non era chiaro. A me no.
La invito a controllare il mio fascicolo. E’ pubblico. Queste inefficenze da parte della p.a. sono gravi. Sono gravi perché soprattutto non si gioca con la vita delle persone.
Lettera firmata
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