C’è tanto malumore, c’è rabbia nel mondo della scuola. Assieme a rassegnazione. Per non parlare di una parte importante del mondo economico. Questa recrudescenza dei dati RT non ci voleva.
Ma i dati sono dati. Sempre nella speranza che i vaccini riescano a rispondere alle aspettative, che inizino a segnare una parabola discendente nei contagi. Ma i vaccini devono procedere, secondo l’ordine previsto, ma procedere celermente. Non ci voleva poi il pasticcio di AstraZeneca.
Non possiamo fare altro che affidarci alla scienza e ai responsabili.
Ma loro devono garantire la trasparenza, per non ingenerare logiche del sospetto.
Sono ingenuo, o semplicemente non ci sono alternative? Poi ci sarà il tempo per passare al setaccio anche questi aspetti. Per il momento, pensiamo ad uscire dalla pandemia. Nel frattempo, pensando al dopo, i dati sull’indebitamento pubblico sono sotto gli occhi di tutti.
Per cui, all’emergenza sanitaria, a quella economica, abbiamo anche quella finanziaria. Sullo sfondo, rimane il momento difficile per i nostri bambini ed i nostri ragazzi che stanno soffrendo per il nuovo lockdown.
Tanti docenti, per i più grandi, mi raccontano delle cose belle che riescono a proporre ogni giorno, ma le fatiche sono tante. Il timore di perdere dei ragazzi, sul piano della motivazione e della relazione, anche se virtuale, c’è tutto.
La DaD può andar bene, per brevi periodi, per questi ragazzi più grandi, ma per i più piccoli ovvio che non ha senso. Quindi sappiamo che qui si annida un’altra grave emergenza, a livello psicologico ed educativo, oltre che culturale.
Per non parlare dei genitori, costretti a salti mortali per garantire assistenza ed un ambiente sereno.
Da augurarsi, quanto prima, sulla base di una revisione dei dati, un loro rientro a scuola.
Un po’ di respiro, un filo di speranza.
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