Secondo alcuni risultati emersi dall’indagine sui Servizi di orientamento svolta dall’Inapp (Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche) su un campione è di 3.642 giovani in età compresa tra i 15 e i 29 anni, sembra che il 57,3% dei ragazzi tra i 15 e i 28 anni non ha alcuna idea sul lavoro che svolgerà nel futuro o sulle competenze professionali che vorrà sviluppare. Inoltre, verrebbe accertato che più bassa è l’età più alta diventa la confusione.
In pratica i ragazzi non hanno una chiara consapevolezza della loro identità professionale e dunque del ruolo che dovrebbero svolgere nella società. E sarebbero i ragazzi ad avere le idee più confuse: 60% contro il 55% delle femmine e i Neet.
Tuttavia il dato più significativo riguarda il fatto che il 38,1% degli intervistati dichiara di non aver mai fruito di alcun servizio per la ricerca di un lavoro, mentre circa il 13% ne ignora l’esistenza. C’è poi un 9.5% che chiede all’orientamento una consulenza che li aiuti a capire e definire i propri obiettivi lavorativi e formativi. Segnale che la confusione e l’incertezza sul proprio futuro è un’esigenza che viene percepita, almeno da un ragazzo su cinque.
Tra chi ha usufruito dei servizi di orientamento, privilegiando quelli offerti dalle scuole e dai centri per l’impiego, il 66% si dichiara soddisfatto, mentre un 29% si dichiara insoddisfatto dell’esperienza fatta.
Questo perché, dicono gli analisti, i giovani intendono sempre più il lavoro come progetto di vita e non più solo come strumento di guadagno, mettendo al centro la qualità di vita. I giovani cercano molto più di un posto di lavoro e di guadagno, cercano situazioni in cui possono realizzare sé stessi dal punto di vista umano e professionale.