In attesa del prossimo Governo, ricordo che la scuola pubblica laica statale italiana necessita di un’inversione di marcia.
Bisogna investire nell’istruzione statale e nell’Università.
Per investimenti non mi riferisco soltanto al recupero degli 8 miliardi di euro sottratti dalla legge Gelmini (centro destra) e alla prossima cancellazione dei contributi regalati alle scuole private (centro sinistra) dallo Stato, dalle regioni e dai comuni ma di un sistema di “investimenti” traducibili in idee innovative che cambierebbero (in meglio) la scuola italiana statale, riducendo drasticamente la dispersione scolastica, migliorando il livello culturale delle nuove generazioni.
Lo slogan deve essere: ” La scuola pubblica statale italiana è sinonimo di qualità, di cultura, di conoscenza”.
Ricordo che l’istruzione in Italia è un diritto costituzionale e non un servizio pubblico.
Ecco le priorità nell’istruzione che riteniamo siano condivisibili con il M5S:
– Riscrivere una vera legge che rilanci la scuola pubblica laica statale (cancellando la “buona scuola”).
– Cancellare l’Invalsi (molte scuole basano la propria didattica sul superamento dei test in matematica, italiano e inglese). Ricordo che la cultura, la conoscenza non si verifica nè si acquisisce con un test!
– Cancellare lo sfruttamento minorile dell’attuale Alternanza Scuola Lavoro.
– Trasformare gli stage in facoltativi e non obbligatori. Evitare che un tutor aziendale possa incidere pericolosamente sul voto finale degli esami di stato.
– Definire un piano di stages facoltativi e fuori orario di scuola per gli ultimi due anni delle scuole secondarie di secondo grado.
– Cancellare i finanziamenti alle scuole private.
– Recuperare gli 8 miliardi di euro sottratti dalla Legge Gelmini alla scuola pubblica statale.
– Ripristinare le ore cancellate delle materie d’indirizzo negli istituti tecnici e professionali dalla riforma Gelmini (Centro destra) e confermate dal Ministro Fedeli (centro sinistra).
– Cancellare definitivamente la deportazione obbligatoria degli insegnanti da una parte all’altra dell’Italia.
– Definire un piano didattico con libri E-book gratuiti per gli studenti.
– Ridare il potere deliberativo obbligatorio al collegio dei docenti.
– Cancellare il comitato di valutazione (così com’è definito).
– Cancellare il bonus premiale.
– Coprire tutti i posti liberi con contratti a tempo indeterminato.
– Cancellare il vincolo dei tre anni. (Si potrà accettare supplenze brevi e incarichi annuali oltre i tre anni consecutivi).
– Cancellare il vincolo imposto dal D.Lvo 29/93 che blocca gli stipendi sotto l’inflazione programmata e finalmente si riconosca seriamente uno stipendio professionale adeguato agli insegnanti e a tutto il personale scolastico.
– Abrogare il D.Lgs 165/2001 che ha privatizzato il “rapporto di pubblico impiego”. Ridare dignità e autorevolezza alla scuola pubblica statale.
E’ di fondamentale importanza eliminare questo decreto che in sé riassume tutta la normativa, che ha “privatizzato” la nostra funzione.
L’abrogazione permetterebbe:
1) l’assorbimento, di nuovo, della Scuola come Istituzione e non già come”servizio pubblico”;
2) ‘”ridiventare’ Istituzione (pienamente arte 33 e 34 Cost.) significherebbe riespandere la libertà di insegnamento, rafforzare la giurisprudenza costituzionale in merito, lottare con più forza e tutela contro le derive aziendalistiche;
3) disancorare, finalmente, la funzione docente e la scuola dal resto del pubblico impiego (il quale sarebbe soggetto al diritto amministrativo, e noi, invece, soggetti soprattutto al diritto costituzionale).
– Creazione del Consiglio Superiore dei Docenti (Organo costituzionale) con area di controllo da parte di ispettori di materia, individuati con concorso pubblico tra i presidi (non più dirigenti), tra i docenti con almeno 20 anni di servizio, che intervengano nelle scuole per verificare (ogni 5 anni):
1) la preparazione dei Presidi (non più dirigenti scolastici), la preparazione degli insegnanti e del personale Ata, tramite verifiche sia nell’ambito della direzione progettuale (presidi), didattica (insegnanti), disciplinare (presidi, insegnanti e Ata), del lavoro (per il personale Ata), del rapporto dei presidi con la collegialità, gli insegnanti con gli studenti e controlli psicologici a tutto il personale (presidi, docenti e Ata).
Superati i controlli, il personale di quella determinata scuola riceverebbe un aumento immediato del 15%. Chi non lo superasse avrebbe un anno per recuperare altrimenti verrebbe licenziato o spostato ad altro ministero (fuori dall’insegnamento).
Ecco il progetto di riforma presentato, in questi ultimi anni alle commissioni parlamentari di Camera e Senato, dal sindacato Unicobas Scuola & Università, che non è stato mai preso in considerazione dai governi di centro destra e centro sinistra.
Ovviamente confidiamo nel Movimento Cinque Stelle perchè molti punti sono condivisibili con il loro programma.
Ecco i punti validi che noi come Unicobas Scuola & Università presentiamo per le scuole di ogni ordine e grado:
– limitazione del numero degli alunni per classe ad un massimo di 24 sull’organico di fatto e 20 in presenza di un alunno diversamente abile;
– garanzia del rapporto 4 a 1 tra insegnanti di sostegno e alunni diversamente abili;
– la presenza di almeno un mediatore culturale per la facilitazione dell’integrazione di studenti stranieri;
– seconda lingua obbligatoria: nel caso della scuola primaria, di quella secondaria di primo grado e delle scuole secondarie di secondo grado come Istituti Tecnici e Professionali dove deve essere una lingua comunitaria; per quel che concerne i licei la scelta è libera;
– trasformazione dell’ora di religione in un corso di Storia delle Religioni da praticarsi una sola ora a settimana in tutte le scuole di ogni ordine e grado;
– creazione di laboratori anche non strettamente curriculari, dei quali lo studente deve sceglierne obbligatoriamente almeno due, destinati a classi aperte, nel caso della scuola primaria e secondaria di primo grado anche per “età mentali”;
– aprire le strutture scolastiche al territorio e favorire la fruizione gratuita dei laboratori, delle biblioteche e degli impianti sportivi. Per una scuola come centro d’aggregazione territoriale e di integrazione.
SCUOLA DELL’INFANZIA
– introduzione di principi pedagogici basati sulle intuizioni dei più importanti pedagogisti italiani e stranieri con particolare attenzione a Maria Montessori, alle sorelle Rosa e Carolina Agazzi, a Tina Tomasi e LambertoBorghi, a Friedrich Froebel e Freinet;
– estensione dell’obbligo scolastico all’ultimo anno di scuola dell’Infanzia (5 anni di età).
SCUOLA PRIMARIA
– ritorno alla suddivisione della Scuola Primaria in 2 cicli: 1° ciclo (dalla prima alla seconda classe) 2° ciclo: (dalla terza alla quinta classe);
– completa e coerente attuazione del tempo pieno, abrogazione del cosiddetto“maestro unico” o “prevalente” e ripristino dell’insegnamento modulare basato sulla divisione in due aree prevalenti (linguistico-espressiva e logico-matematica) con l’affidamento di alcune altre discipline specifiche (ed. motoria, ed. musicale, lingue straniere, informatica, storia delle religioni) ad insegnanti con titoli e competenze inerenti;
– eliminazione dei moduli con 4 insegnanti su 2 classi e dei moduli ‘a scavalco’ (insegnanti disposti a completamento orario su classi di cicli diversi);
– introduzione dello studio di due lingue straniere comunitarie e del linguaggio musicale;
– ritorno al programma ministeriale di Storia come prima della riforma Moratti e ritorno al curricolo ciclico, cfr. ‘nuovi’ programmi per la scuola primaria del 1985;
– avvicinamento ai linguaggi informatici e multimediali;
– per l’ultimo anno di scuola primaria si prevede la suddivisione dell’orario scolastico tra insegnanti di scuola primaria e scuola secondaria di primo grado,così da facilitare il passaggio dei bambini ad un sistema pedagogico relativo ad una diversa fase dell’età evolutiva, in parziale analogia con il modello francese;
– ripristino dei giudizi analitici e dell’esame di licenza di Scuola Primaria.
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
– per il primo anno si prevede (come per l’ultimo anno della primaria), la suddivisione dell’orario scolastico tra insegnanti di Scuola Primaria e Secondaria di Primo Grado per valorizzare gli elementi di continuità del curriculum, in parziale analogia con il modello francese;
– introduzione dello studio del latino fin dalla seconda classe della Scuola Secondaria di Primo Grado. Nel momento in cui gli ultimi interventi contro riformistici sulle scuole superiori stanno minando fortemente la possibilità degli studenti di qualsiasi tipo di liceo di apprendere proficuamente le strutture linguistiche e i contenuti letterari della cultura latina, si ravvisa invece proprio la necessità di rilanciare lo studio del latino, chiamando l’opinione pubblica a riflettere sulla sua utilità in generale e nel nostro Paese in particolare. Attraverso lo studio del latino si sviluppano esponenzialmente le capacità di apprendimento della sintassi e della semantica della lingua italiana e delle lingue neolatine, si potenziano le abilità logico-deduttive estendibili a tutti i campi del sapere, inclusi naturalmente quelli di ambito scientifico e tecnologico. Viceversa, l’enorme patrimonio storico-artistico del nostro Paese rischia di essere ulteriormente dimenticato e di apparire agli occhi delle future generazioni come qualcosa di “inutile e derelitto”, e quindi alieno da sé, laddove invece costituisce una ricchezza culturale ed economica che identifica e contraddistingue l’Italia ed ha sempre orientato i gusti estetici degli altri Paesi europei;
– introduzione di un’area tecnico-pratica e artistico-musicale che si avvalga del supporto di specifici laboratori artigianali ed artistici e che miri allo sviluppo delle competenze e capacità manuali e creative dei ragazzi in raccordo con le esigenze specifiche del territorio, anche in vista dell’orientamento verso le scuole superiori;
– introduzione di un’area laboratoriale curricolare per l’avvicinamento dei ragazzi alla comprensione e decodificazione dei linguaggi “non letterari” cinematografico e teatrale;
– approfondimento della conoscenza e potenziamento delle abilità di utilizzo dei linguaggi informatici e multimediali.
SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO
– innalzamento dell’obbligo scolastico all’effettivo raggiungimento del diploma di scuola secondaria di secondo grado o almeno al raggiungimento di una qualifica professionale, questo per garantire una effettiva scolarizzazione e combattere la dispersione, problema sempre più grave in Italia;
– separazione “dialettica” degli studi della storia e della geografia, ricollocando ciascuna delle due materie nell’ambito della disciplina di competenza tramite l’assegnazione di un monte ore adeguato e di una programmazione comune;
– aumento delle ore disciplinari di italiano: ribadiamo la necessità di un loro incremento a fronte della consapevolezza che agli istituti superiori approdano studenti sempre più deboli nelle capacità di utilizzo della lingua a causa di un generalizzato processo di semplificazione ed essenzializzazione dei codici comunicativi; va inoltre considerato il fatto che è sempre più cospicua la quantità di studenti per i quali l’italiano non è lingua madre;
– studio del diritto come disciplina a sé stante e quale elemento formativo ed interdisciplinare capace di sviluppare la responsabilità e la coscienza del cittadino di appartenere ad una collettività civile e solidale. Tale insegnamento deve essere assegnato ad un docente specializzato nella materia;
– nel caso del Liceo delle Scienze Umane, inserimento dello studio della didattica della lingua italiana come “Lingua 2”.
– PER TUTTI I LICEI
– studio del latino obbligatorio. A tal proposito si precisa che il percorso liceale deve garantire agli studenti l’accesso, in maniera serena e proficua, a qualsiasi corso universitario di laurea e a tal fine deve prevedere un curriculum di discipline che conferisca una solida formazione di base. Ad esempio, l’istituzione di per sé apprezzabile del liceo coreutico, prevista dalla riforma Gelmini, necessita di un ampliamento dell’offerta formativa per quanto concerne le discipline di cultura generale quali l’italiano, il latino, la matematica, nonché la fisica, la chimica e la biologia;
– portare a 3 le ore dedicate alla filosofia per ogni tipo di liceo oltre al Classico, e introdurre almeno un’ora di Storia della musica e ascolto musicale.
– ISTITUTI TECNICI E PROFESSIONALI
– potenziamento delle attività laboratoriali attraverso l’istituzione di laboratori relativi alle professioni artigianali e artistiche che sviluppino le competenze manuali e creative degli studenti anche in raccordo con il patrimonio e le esigenze del territorio;
– realizzazione di un percorso strutturato di alternanza scuola-lavoro attraverso la formula degli stages, durante gli ultimi due anni di corso, integrati al curricolo e funzionali al raggiungimento degli obiettivi disciplinari, ma che non compromettano la possibilità degli studenti di continuare il loro percorso scolastico anche nella prospettiva del proseguimento degli studi universitari. Tutto a costo zero per gli studenti. Per realizzare tale integrazione è necessaria un’attività di forte raccordo con le regioni e il mondo dell’impresa e l’istituzione della figura di un docente tutor a tempo pieno che garantisca la validità didattica del percorso e vigili sul rispetto delle norme di sicurezza e sui diritti (anche sindacali, vedi il diritto di assemblea e di sciopero) degli studenti-lavoratori.
Paolo Latella
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