Il caso di insegnanti che accettano regali dai genitori è piuttosto frequente, di fatto una prassi, specie nel grado di scuola primaria, a ragione del fatto, probabilmente, che il numero di insegnanti è contenuto rispetto alla scuola secondaria e il legame che si instaura tra maestre (o maestri), genitori e alunni è estremamente forte, dato il lungo percorso scolastico condotto insieme, durante il quale il team docenti resta generalmente invariato.
Ma ricevere regali da un gruppo di genitori, per un docente è qualcosa di consentito? Sì, ma solo nell’ambito di una situazione dai connotati precisi. Ne parla esplicitamente il Codice di comportamento del pubblico impiego, il Dpr 62/2013, che definisce tutta una serie di questioni: dal dovere di diligenza e lealtà alla buona condotta, con un riferimento esplicito al tema dei regali, dei compensi e di altre utilità.
Il docente non può chiedere, né sollecitare, per sé o per altri, regali o altre utilità; non può accettare, per sé o per altri, regali o altre utilità, salvo quelli d’uso di modico valore effettuati occasionalmente nelle normali relazioni di cortesia e nell’ambito delle consuetudini.
Ma cosa si intende per regali di modico valore? Anche in questo caso il codice è esplicito e chiarisce che, in via orientativa, non si dovrebbe oltrepassare il tetto dei 150 euro di spesa, foss’anche in forma di sconto concesso per un servizio.
Ma va anche detto che spetta alle singole amministrazioni, dunque alle scuole, stabilire eventualmente limiti inferiori o addirittura escludere del tutto la possibilità che i docenti ricevano regali, un’opzione più che legittima laddove, ad esempio, in quartieri particolarmente disagiati, con alti tassi di disoccupazione, il regalo, seppure di ridotto importo, potrebbe mettere in difficoltà le famiglie sul fronte economico; e dunque in tali circostanze sarebbe una scelta etica, quella di dare lo stop alla prassi dei cosiddetti regali di fine anno.
Al di fuori dai casi consentiti, se un docente ricevesse un regalo, esso dovrebbe essere subito messo a disposizione dell’istituzione o restituito al mittente dallo stesso docente cui sia pervenuto.
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