Cara collega XX, non ce l’ho con te perché ti chiami XX, ce l’ho con il sistema che ti permette di cadere sempre in piedi e che, “astutamente nel pieno del diritto”, utilizzi.
D’accordo, sono un’insegnante precaria, perciò non dovrei neppur trovare coraggio e determinazione, per parlare. Io non mi sono sudata il ruolo, quindi, dovrei cucirmi la bocca.
Allora non parlo,scrivo.
Da due anni ti sostituisco, in una scuola meravigliosa, con colleghi splendidi e con bravi ragazzi da tutto il mondo. Un lavoro a dir poco, coinvolgente. L’unico che “posso” ed amo fare.
Da tre anni assumi servizio a settembre, poi poco prima degli esami di giugno, rientri definitivamente, solo fisicamente. Io, od altri, lavoriamo per te.
Quello che non capisco è perché, nel tuo star male, improvvisamente e puntualmente, guarisci il 20 dicembre, per poi riammalarti il 7 gennaio. E così in ogni occasione di vacanza scolastica.
Ti prego, dimmi come fai. Miracolo? Va béh che lavori, collabori con enti religiosi, come mi scrivi in un sms, ma da questo ad essere miracolata…
Stamattina sto aspettando la telefonata da parte della scuola, per sapere se e per quanto tempo ancora starai a casa. Fino alle vacanze di carnevale o di pasqua?
Ai ragazzi, ogni volta dico: “Vi saluto, oggi è il mio ultimo giorno di lavoro”.
Questo cosa comporta? Lavorare male, cara collega. Non poter programmare a lungo termine, rischiando di sbagliare sulla pelle di chi da te cerca di imparare qualcosa.
Certamente potrai chiederti cosa succeda agli altri.
L’anno scorso i ragazzi hanno iniziato le lezioni di matematica a gennaio, l’anno precedente con il trucco del miracolo, il collega arrivato dalla Sicilia, si è visto togliere la supplenza a Natale e poi è stato a casa… in senso di disoccupato, non in senso di vacanza sulla neve.
Continuità didattica, per il bene dei ragazzi!
Io posso assicurarla, solo perché sono tra le prime in graduatoria e perché quelli prima di me sono occupati. Altrimenti, come già successo gli anni scorsi, ci sarebbe un bel viavai di supplenti…
Forse sbaglio io ad interpretare le leggi. Siamo in uno stato di diritto. Mi chiedo: solo per alcuni?
Gli studenti e le loro famiglie? I supplenti?
Questa storia l’ho pure scritta a Renzi in facebook. A lui perché parla di insegnanti, dicendo cose mai dette da altri (stipendio basso, lavoro difficile and so on…).
L’ho raccontata in Cgil, raccogliendo solidarietà da parte di un capace rappresentante sindacale, perché pare che altro non si possa né dire, né fare, sempre grazie al sistema di cui sopra.
Che aggiungere, se non un sincero augurio di pronta guarigione.
Io,” ipovedente” per glaucoma grave, ammalata di fibromialgia ed artrosi che mi rendono difficile il tenere il gesso in mano, lo sfogliare le pagine del libro od il camminare o il leggere per più di un’ora, vado a lavorare. Io, precaria “a spot”, non ho diritto alla malattia retribuita, od all’aspettativa, come capita a te…
Ai ragazzi chiederò di portare pazienza. Spero crescano facendo proprie alcune conoscenze che cerco di trasmettere e la curiosità verso il sapere, ma soprattutto spero crescano con uno spiccato, obsoleto, ma vitale, senso dell’etica, compresa l’etica dei diritti e doveri di chi lavora.
Ps: i contratti spot: dal 9 ottobre al 18 ottobre, dal 19 ottobre al 22 dicembre, dal 7 gennaio al 3 febbraio, dal 4 febbraio al due Marzo… il tre ed il 4 ci sono le vacanze di carnevale!
Stammi bene collega, stammi bene sistema.