A margine di un convegno svoltosi all’Inps la ministra Giulia Grillo ha parlato della proposta di reintrodurre nelle scuole la figura del medico scolastico, inserendola in una legge quadro sull’infanzia o con una delega.
Secondo la ministra Grillo, il medico scolastico potrebbe essere utile per affrontare temi come “i disturbi della sfera psichica della sessualità, il bullismo, le dipendenze da sostanza ma anche da telefonini”.
Anche i medici della Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici) sarebbe importante reinserire questa figura nell’ambito di un più ampio progetto di educativo: “L’educazione sanitaria veicolata dai camici bianchi – precisa il presidente Anelli – permetterebbe di affrontare quattro grandi temi, in primis la prevenzione, ovvero vaccini, in parte oggi gestita dai dipartimenti di igiene, grazie al quale stiamo facendo passi avanti nella lotta del cancro alla cervice uterina”.
L’altra questione sono gli stili di vita (quello della obesità infantile legata a scorretta alimentazione e ad una scarsa attività fisica è un problema sempre diffuso) ma non bisogna dimenticare anche la lotta alle dipendenze (droghe, fumo e alcol).
“Ma i medici scolastici – ha detto ancora Anelli – potrebbero mettere a disposizione le proprie competenze nella lotta alle fake news in campo della salute, ovvero insegnare ai nativi digitali come riconoscere i siti autorevoli e accreditati, l’importanza della certificazione delle informazioni e del metodo scientifico”.
Volendo assegnare un medico ad ogni istituzione scolastica bisognerebbe però prevedere uno stanziamento di almeno 4-500 milioni di euro.
A conti fatti – ha osservato però la ministra – istituire una figura del genere in ogni scuola costerebbe comunque sempre di meno che curare le patologie una volta che si presentano.
Ma c’è un ostacolo non facilmente superabile: già oggi,infatti, in diverse regioni mancano medici di base e per i servizi di pronto soccorso e quindi, a maggior ragione, non sarebbe facile trovare figure professionali da destinare ad un progetto che, per quanto importante, non può essere considerato prioritario rispetto ai servizi di pronto soccorso.
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