Sono ormai almeno 7-8 anni che se ne parla ma ancora non si è trovata una soluzione: lunedì prossimo se ne parlerà per l’ennesima volta al Ministero ma c’è da credere che sarà la solita riunione che non porterà a nessun risultato concreto.
Stiamo parlano dei residui attivi, cioè di quelle somme che le scuole avevano anticipato negli anni passati per pagare stipendi e compensi accessori e che il Ministero non ha ancora erogato.
Secondo una stima attendibile il debito del Ministero si aggirerrebbe intorno ad un miliardo di euro.
La spiegazione dei tecnici del Miur è incredibile: se la scuola ha pagato e se non ha il conto in rosso è perchè, evidentemete, i soldi li aveva e quindi non si capisce davvero cosa possa mai pretendere.
Insomma è come se voi imprestaste 10mila euro ad un amico che poi vi dicesse: “Ma se il tuo conto bancario non è in rosso, perchè mai dovrei restituirti il prestito?”
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La situazione va avanti da anni e ogni volta è il solito ritornello: i tecnici del Miur sostengono che bisogna effettuare un monitoraggio accurato per capire le singole posizioni; alle scuole vengono richiesti dati, numeri, relazioni, delibere e altro ancora (in qualche caso è stato richiesto anche il visto dei revisori dei conti) e dopo di che tutto si ferma.
Di monitoraggio in monitoraggio e di di verifica in verifica è passato quasi un decennio, qualche scuola ha avuto qualche rimborso ma solo perchè il debito dello Stato era davvero alto (150-200mila euro). In molti altri casi i residui attivi sono rimasti perfettamente intatti.
Nel corso della riunione si parlerà di un altro argomento che è sul tappeto da parecchi anni, e cioè la revisione del regolamento di contabilità che risale al 2001.
Per comprendere il ritardo basti pensare che il regolamento si occupa anche dei siti internet delle scuole: peccato che in 15 anni la rete è cambiata radicalmente e le regole che potevano essere valide nel 2001 sono ormai oggi preistoria.
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