Categorie: Esami di Stato

Un motivo in più per dire basta al ‘quizzone’: la fuga di notizie

Dopo le due prove scritte del 20 e 21 giugno e la breve pausa del fine settimana, lunedì 25 giugno i quasi 500mila studenti e studentesse italiani dovranno affrontare la terza prova scritta, il cosiddetto ‘quizzone multidisciplinare’, predisposto, a differenza dei primi due scritti, dalle singole commissioni d’esame su cinque materie del quinto anno.
Per ogni materia i ‘maturandi’ dovranno rispondere a domande a risposta multipla e aperta. Poi, una volta pubblicati i risultati delle prove scritte, dai primi di luglio partirà la tornata degli esami orali.
Il ‘quizzone’ (che il prossimo anno potrebbe essere sostituito
da una prova standardizzata preparata dall’Invalsi, in linea con quanto già avviene al termine della primaria e nel corso degli esami di licenza media) rimane una delle prove più temute dagli studenti ma, secondo il sito internet Skuola.net, non per tutti è così: se è vero, infatti, che la legge impone che le materie della prova, al massimo cinque, siano tenute segrete dalla commissione (come pure le domande), è anche vero che alcune commissioni sarebbero più ‘elastiche’. Alcuni professori, infatti, anticiperebbero agli studenti almeno le cinque materie oggetto della prova, per sfruttare al meglio i due giorni di pausa del fine settimana e ripassare focalizzando l’attenzione sulle materie con le quali si dovranno misurare e non ‘a pioggia’.
Queste indiscrezioni sarebbero state confermate anche da un sondaggio on line realizzato dallo stesso sito internet, al quale hanno partecipato circa 800 maturandi. Anche dalla ricerca è emerso che uno studente su cinque non solo conosce le materie ma anche qualche domanda. Uno su tre, invece, dichiara di conoscere solamente le materie di cui sarà oggetto la prova. Tutti gli altri, circa il 45%, sono rimasti invece all`oscuro di tutto così come dovrebbe essere.
La vicinanza e la confidenza che sussiste tra gli autori delle prove, di cui la metà sono professori interni che già conoscono la classe – sostiene Skuola.net – producono un fenomeno che tra gli studenti è ormai noto: anticipazioni su materie e domande d’esame. Anche nel corso della maturità 2011, secondo i dati in possesso di Skuola.net, solo il 40% degli intervistati dichiarò di essere all’oscuro di tutto“.
Queste disparità dunque, “configurano sicuramente una differente difficoltà della prova non solo di scuola in scuola, ma addirittura di commissione in commissione“: per questo il sito specializzato sostiene che, probabilmente, l’introduzione di una terza prova nazionale curata dall’Invalsi “ridurrebbe queste ingiustizie e renderebbe più omogenea sul territorio nazionale la difficoltà dell’esame di maturità. Ma l’evocare l’Invalsi spaventa gli studenti delle superiori, che, come anticipato nei giorni scorsi, sono per lo più contrari a questa prospettiva“.
Insomma, se il ‘quizzone’ ogni anno che passa sembra presentare sempre più limiti, per gli studenti l’introduzione delle prove standardizzate su scala nazionale non sembra rappresentare il sostituto migliore.
Alessandro Giuliani

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