“Se si dovesse fare un paragone tra l’organismo costituzionale e l’organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell’organismo umano hanno la funzione di creare il sangue […]” diceva Piero Calamandrei nel famoso Discorso tenuto l’11 febbraio 1950 alla Società Umanitaria di Milano in occasione di un ciclo di conferenze sulla Costituzione.
Creare il sangue… cioè quel tessuto che consente a tutti gli altri organi di vivere ed insieme a questi dà vitalità all’intero organismo cioè la comunità di un Paese.
In questi anni – ahimè funesto ventennio! – la scuola italiana sembra aver perso la capacità di essere il motore vitale e l’Italia suo malgrado è diventata una delle “Cenerentole” europee sul piano sociale, economico e culturale.
Interventi politici sprovveduti, leggi finanziarie motivate da necessità di bilancio statale (tagli), generale perdita di una visione di sistema capace di far prevalere l’idea dell’investimento a quella della spesa pubblica, ripetuti picconamenti al sistema scolastico, hanno reso quell’organo (la scuola) incapace di svolgere pienamente la sua funzione vitale, rigeneratrice, protettiva contro tutti gli agenti patogeni che hanno provato ad aggredire, a volte riuscendovi, il sistema paese nella sua identità sociale, economica e nel suo patrimonio genetico (cioè culturale).
Oggi – tempo della durissima prova del Covid 19 – è giunto il momento di alzare tutti la testa e, senza distinzione di ruoli e di posizioni, pretendere a gran voce quelle necessarie terapie capaci di far tornare la scuola ad essere l’organo vitale dell’Italia, capace di costruire quella comunità nella quale ciascun individuo – uomo o donna, giovane o adulto – possa essere “degno di avere la sua parte di sole e di dignità” (Calamandrei).
Cosa fare dunque?
Dobbiamo sederci attorno ad un tavolo, liberarci da posizioni ideologiche, lasciarci alle spalle i nostri pregiudizi e contribuire – a ciascuno il suo compito! – a ridare forza ed energia “all’organo costituzionale” dal quale dipende la protezione ed il vigore di tutti gli altri.
Siamo convinti che tutto ciò sia oggi possibile; siamo convinti che l’interesse per l’Italia deve farci superare divisioni e contrasti che hanno indebolito quell’organo che nella storia ha reso l’Italia socialmente forte e culturalmente audace.
Allora forze politiche, OO.SS., Associazioni professionali, operatori della scuola paritaria facciano un patto per la Scuola italiana ma europea, si impegnino a costruire un luogo di confronto nel quale si possa scrivere un nuovo RISORGIMENTO del sistema scolastico italiano, nel quale la Scuola ritorni ad essere capace di determinare il FUTURO del nostro paese.
Facciamo insieme risorgere la scuola italiana a partire dalla sua storica ed autorevole tradizione ma con lo sguardo rivolto al suo futuro.
Per cortesia, però, aboliamo gli slogan e pensiamo a circa 25 milioni di italiani!
Per quanto riguarda i Collaboratori di ANCoDiS, senza alcuna incertezza, diciamo PRESENTE!
Rosolino Cicero
Presidente Ancodis
(Associazione nazionale collaboratori dirigenti scolastici)
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