Un Paese che vuole i laureati ma che continua a preferire i diplomati

Da quando studio per diventare insegnante di Lettere non sento altro che ripetere: ‘Dovete avere i titoli, studiare, specializzarvi, seguire Master, corsi di specializzazione’ ecc. Mi iscrivo all’ormai ex istituto magistrale perché da sempre voglio insegnare; il mio non è un ripiego post laurea o una scelta a tavolino. A meno di due anni dal conseguimento del diploma mi viene tolta la possibilità mentre una infinita serie di coetanei dopo essersi iscritti ai vari licei, ipsia, itc ecc. frequentano il cosiddetto ‘anno integrativo’ presso la mia scuola ed escono maestri dell’infanzia o elementari. Non ci scoraggiamo, proseguiamo negli studi perché il mondo dell’insegnamento ci vuole sempre più titolati e formati. Mi iscrivo a Lettere perché la letteratura è l’altra grande passione della mia vita oltre ai bambini e perché mi viene detto che ‘tanto c’è la SISS e in due anni ne uscirai abilitata e potrai finalmente coronare il tuo sogno (dopo circa 20 anni di precariato)’.
Terminata la triennale ci viene posta l’obbligatorietà della laurea Magistrale e, lo stesso anno, le SISS cessano di esistere; ‘poco male’ mi viene detto ‘faranno subito un TFA, nel frattempo fatti un master o un corso, o prenditi un’altra laurea ecc.’
Adesso mi chiedo, ho 28 anni, un diploma, una laurea triennale, una magistrale, un master di II livello, un corso specializzante, una (bellissima) esperienza di insegnamento, certificazioni di inglese, ECDL…,e per lo Stato non sono ancora pronta a diventare precaria. Ora che sono diplomata, laureata, masterizzata, specializzata, formata come richiesto… mi viene detto che i miei coetanei diplomati possono essere insegnanti e avere una classe, accesso in GAE ed io (E i tantissimi giovani titolati anche più di me e desiderosi di fare questo mestiere come me), no.
Mi viene detto che io non posso essere neanche precaria perché ancora non sono abilitata e che, per abilitarmi, devo ancora superare due test, un orale e seguire un corso…
Ma io mi chiedo, perché in una Italia vecchia per vecchi, in cui però si dice voler svecchiare il sistema, voler innovare, mettersi al passo con l’Europa(le mie colleghe all’Estero, con meno titoli ed esperienza di me insegnano all’università) un diploma e più anni, contano più di me e di tutta l’esperienza e i titoli? La verità è che il sistema scuola è per precari e crea precari, i giovani non li vogliamo, li mandiamo via a diventare cervelli in fuga all’estero; quelli che restano diventano precari esausti ed esauriti tra viaggi, graduatorie, sindacati,problemi, incertezze passando così gli anni della giovinezza e diventano insegnanti stanchi e sfibrati.
Questo volete e questo avrete. Ma poi nessuno si lamentasse di insegnanti che hanno perso la voglia e la passione, perché solo un insegnante sa cosa vuol dire essere un insegnante e arrivare ad esserlo…chi ci arriva.

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