Il primo pensiero che mi è sorto spontaneo, dopo aver sentito dei due ragazzi veneti di 27 anni, Gloria e Marco, morti a Londra nel rogo del grattacielo, è, accanto ad una preghiera, una domanda ad oggi senza risposta: sul destino di tanti nostri giovani in gamba, con tanti titoli di merito, costretti a cercare una speranza di futuro lontani da casa.
Perché trovano più possibilità in questi Paesi, mentre da noi tutto resta saldamente nelle mani dei padri e dei nonni, i quali difendono a denti stretti (diritti acquisiti), nei posti chiave, privilegi, prerogative, posizioni, prebende?
Anche nel mondo della scuola? Basta dare un’occhiata a quanti giovani ci sono nei nostri Collegi docenti, e alle cartelline che compongo ogni anno per quei pochi docenti che mettono di continuo in difficoltà per diversi limiti, tanto da essere cambiati di classe anno dopo anno, comunque intoccabili sul piano sindacale.
Un pensiero ai due ragazzi, dunque, ma anche a tutti questi nostri giovani in gamba.
E’ bene, ce lo ripetiamo spesso, che questi nostri giovani facciano esperienza “glocale”. Ma, se costretti a starsene lontani, una grave perdita per il nostro “sistema Paese”. Perché non far di tutto, visti i loro CV, perché tornino a dare una mano?