La Scuola Pubblica della Repubblica Italiana ha bisogno di un piano di rinascita che, in onore di uno dei Padri Costituenti, ho intitolato “Piano Calamandrei per la Scuola Pubblica”.
Il Covid-19 segna uno spartiacque nella storia dell’Istruzione in Italia, rappresenta un “Anno Zero” da cogliere con umiltà e impegno da parte di tutte le donne e gli uomini di Scuola. In primo luogo, è indispensabile stabilire un “Metodo di lavoro”: occorre chiedere a tutti i docenti, Ata e dirigenti scolastici d’Italia di inviare al Ministero dell’Istruzione le loro proposte organizzativo-didattiche, attraverso la mail istituzionale @istruzione.it, entro una settimana dalla pubblicazione della Circolare ministeriale contenente la richiesta.
A seguire, convocare gli “Stati Generali della Pubblica Istruzione” in modalità telematica, ai quali parteciperanno Rappresentanti dei professori, Ata e presidi delle 100 Province italiane, eletti da quelli attualmente in servizio, per un totale di 300 esperti. Infine, dai lavori degli “Stati Generali”, emergeranno le proposte operative da sottoporre all’esame del Governo, per la pubblicazione di un apposito Decreto Legge, e al voto del Parlamento.
Le tematiche alle quali dovranno riferirsi le proposte organizzativo-didattiche degli Insegnanti, dei Collaboratori scolastici-Assistenti amministrativi-DSGA e dei Presidi potrebbero essere le seguenti: nuove linee guida per l’ottimizzazione del funzionamento delle Istituzioni Scolastiche (Scuola-Territorio); ridefinizione dei criteri di formazione delle classi; ottimizzazione degli Organici; ridefinizione di “funzione docente”, “funzione Ata”, “funzione dirigente scolastico”; modalità di verifica del lavoro svolto da tutto il personale scolastico; soluzioni delle problematiche disciplinari e di quelle didattiche delle studentesse e degli studenti; regolamento dei rapporti Scuola-Famiglia.
Il “Piano Calamandrei per la Scuola Pubblica”, affinché possa sostenere concretamente ed efficacemente una rinascita della Scuola Pubblica, dovrà essere dotato di risorse finanziarie almeno pari a quelle “tagliate” a partire dal 2008, ed entrare in vigore dal 1° settembre 2020.
Ovviamente, sulle problematiche tuttora irrisolte della Scuola si potrebbe “tranquillamente” andare avanti con le modalità confuse, confusionarie e momentaneamente dispendiose, attualmente di moda. Sicuramente, uno Stato che non investe in un’istruzione di qualità per le nuove generazioni, è uno Stato senza futuro!
Antonio Deiara