Un emendamento, come apprendiamo da un comunicato stampa Ansa, che, se per un verso fa giustizia delle legittime aspettative delle maestre, innesca un importante precedente che a questo punto riguarda anche i docenti e il personale rimasti nella bottiglia a causa della legge Fornero sulle pensioni, che non ha previsto la specificità dei lavoratori della scuola la cui unica finestra di uscita è quella della fine della scuola: il 30 agosto.
E infatti, spiega il presidente della Commissione Bilancio, Francesco Boccia, nel comunicato Ansa: “ In questo modo è stato di fatto ristabilito il concetto che l’anno scolastico (per il momento degli enti locali) termina secondo il calendario dei tempi della scuola e non secondo l’anno solare. L’emendamento riguarda esigenze temporanee o sostitutive ma rappresenta un primo passo verso la risoluzione di alcuni nodi contenuti nella manovra previdenziale dell’ex ministro Fornero relativi alla scuola statale e sollevati dal Comitato Quota 96: la norma Fornero prevede infatti, del tutto erroneamente, pensionamenti a gennaio anziché settembre. La questione è oggetto di una specifica proposta di modifica avanzata dalle colleghe Gnecchi e Ghizzoni della quale si sta già occupando la Commissione lavoro”.
Questo quanto comunica l’on Boccia che sottolinea un precedente importante e che dovrebbe dunque essere risolutivo per il definitivo riconoscimento che il pensionamento per i lavoratori della scuola non può seguire l’anno solare ma quello scolastico. Ed esso si apre il primo settembre e si chiude il 30 agosto: che succederebbe infatti se un docente potesse andare in pensione il 31 dicembre, quando ancora si deve chiudere persino il primo quadrimestre? A chi, come, con quali giudizi e valutazioni verrebbero affidate le classi lasciate libere dai pensionati? E siccome gli alunni non sono scartoffie ministeriali, né il personale della scuola passibile perfino di tale discriminazione rispetto al resto del pubblico impiego, appare del tutto corretta la richiesta del comitato “Quota 96”, cosi come l’on Boccia ha sottolineato.
A questo punto però bisogna solo sperare che le buone intenzioni finora espresse non diventano solo pii desideri.
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