L’associazione “Gessetti rotti” non la manda a dire, dopo l’annuncio della ministra Giannini di istituire un premio al miglio insegnante italiano, che conferirà 50.000 euro e 30.000 euro agli altri quattro vincitori; le somme saranno impiegate in progetti scolastici.
Un modo, secondo l’associazione, per rilanciare competizione, premialità, merito, ma dove il parossismo demagogico si fa beffardo e sfida impunemente la pazienza e il buon senso dei docenti italiani già avviliti ed esausti per l’annosa richiesta di allineamento dello stipendio a parametri europei, mentre i blocchi contrattuali addirittura impediscono il suo adeguamento al tasso d’inflazione. Invece di rendere dignitoso lo stipendio di tutti, il legislatore dà il contentino a qualcuno, innescando meccanismi competitivi tutt’altro che virtuosi, che fanno naturalmente il gioco del potere: divide et impera.
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Nelle scuole i rampanti e i traffichini, come pure gli ingenui, già discutono di merito, ignorando o volendo ignorare che esso non ha una definizione univoca, né indicatori incontestabili, né strumenti oggettivi di misurazione. “Dovremmo invece scuoterci da questo incantamento maligno e restituire al mittente la mela con il verme”.