Un premio alla scuola calabrese orientata verso il sociale
Un nuovo riconoscimento è arrivato alla scuola calabrese. Il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria, Francesco Mercurio, è stato premiato nel corso della sesta edizione di “Nella Memoria di Giovanni Paolo II”, il tradizionale appuntamento in ricordo del grande papa polacco, condotto da Daniele Piombi e Domenico Gareri, che quest’anno si è svolto sulla suggestiva spiaggia di Montepaone Lido (Catanzaro), nel bel mezzo del Golfo di Squillace. Il premio è stato assegnato a Mercurio per la “dedizione e l’incoraggiamento del dialogo culturale e della dignità della persona”, sempre manifestati dal Direttore Generale, nella realizzazione di azioni concrete di sostegno e di integrazione delle persone in condizioni di svantaggio (oltre Mercurio, sono stati premiati pure il cardinale Salvatore De Giorgi, arcivescovo emerito di Palermo, lo scienziato Antonino Zichichi, il paolino don Antonio Tarzia, direttore di “Jesus”, il vaticanista Orazio Petrosillo, scomparso nel 2007, Paolo Masotti, della Comunità Religiosa Islamica, e Serenella Pesarin, Direttore Generale del Dipartimento Giustizia Minorile del Ministero della Giustizia).
In questi due anni di operato, Francesco Mercurio ha sempre lavorato con passione per costruire una scuola senza esclusioni, unita dai valori umani della cooperazione e della solidarietà. La parola d’ordine è stata, e continua ad essere, “educazione inclusiva”.
“Quando parliamo di educazione inclusiva –ha spiegato il Direttore Generale- facciamo riferimento ad un ampio pensiero che comprende il genere, la malattia, il deficit, l’etnia, la religione, la provenienza, le culture minoritarie e le persone svantaggiate, siano anziani che bambini. Cioè, una scuola che garantisca e promuova si l’apprendimento, ma anche la partecipazione e la convivenza di persone e culture differenti nel rispetto di bambini e bambine nella loro diversità. E in questo essere bambini si può essere nera, povero, rom o peruviano, disabile o semplicemente bambina o bambino, e nient’ altro, perché non c’è alcuna complicazione, ma un valore aggiunto che sviluppa la convivenza democratica tra le diverse culture dell’aula. Un modello educativo interculturale insomma, capace di educare ad una cittadinanza relazionata con la diversità per arrivare a costruire una società migliore. Questa è la sfida di tutta la comunità scolastica”.
E’ per questo motivo che la scuola calabrese promuove azioni a sostegno della legalità e del maggiore benessere sociale di bambini. Grande attenzione è rivolta alla solidarietà sociale in collaborazione con le consulte studentesche e con varie associazioni operanti sul territorio.
Il Piano di azione per il nuovo Anno scolastico che parte da settembre – “Programmare per competere” – presuppone la continuità di questo lavoro, e non sarà mera utopia ma con fiducia permetterà alla scuola calabrese di andare oltre per camminare in uno spazio di convivenza democratica e civile.