Il concorso per assegnare circa 4mila posti alla primaria in Puglia ha visto decimare gli aspiranti prof di cui (erano partiti in 11 mila) solo uno su quattro è arrivato alla meta: 3.400 candidati, 979 cattedre disponibili, «promossi» solo in 870: in pratica i bocciati al «concorsone» superano numericamente i promossi.
Alla scuola dell’infanzia in Puglia, scrive Il Corriere della Sera, 1.007 maestri sono stati ammessi allo scritto, su 3.443 candidati. Stesse proporzioni per gli altri gradi di scuola. I bocciati avevano magari l’abilitazione all’insegnamento presa attraverso percorsi abilitanti post lauream. Oppure insegnavano in asili e scuole elementari con il vecchio diploma magistrale, conseguito quando per stare in cattedra non serviva l’abilitazione.
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Tuttavia le commissioni hanno riscontrato un «livello di preparazione basso, incompetenza, mancanza di aggiornamento». Addirittura problemi a svolgere le prove – tutte computer based – per poca dimestichezza con le tecnologie, scrive il quotidiano. Tanti candidati hanno invece lamentato quesiti eccessivamente difficili.
Gli esiti peggiori, per i candidati della scuola primaria, si sono registrati in Sicilia con 9 bocciati su 10, in Abruzzo, dove i bocciati sono stati l’83%, in Lombardia col 75%, in Veneto dove è stato escluso il 63,8% di chi aveva presentato domanda
Intanto tra aprile e giugno ci sono le prove suppletive per chi è stato ammesso con riserva tardivamente al concorso: insegnanti tecnico pratici, personale già di ruolo, diplomati magistrali a indirizzo linguistico, docenti con l’abilitazione o la specializzazione su sostegno conseguita dopo i termini di presentazione della domanda e altre categorie.