Un saluto al ministro Carrozza e un personale punto di vista

Caro ministro Carrozza Le scrivo qui alcune mie considerazioni personali, spero tanto abbia la voglia di leggere queste poche righe e magari trovare anche il tempo per riflettere su quello che poteva essere e non è stato.
Mi rivolgo a Lei con estrema sincerità e mi dispiace tanto ribadirlo ancora una volta, ma la questione scuola pubblica e reclutamento insegnanti è stata gestita malissimo dal suo Ministero.
La mia impressione, senza nessuna presunzione, è che Lei sull’argomento fosse completamente impreparata. Certo non si può essere degli esperti su tutto, ma lasciare questa delicatissima questione in mano a burocrati di sistema, fidarsi della loro buona fede ed esperienza è stato un grandissimo errore Suo e del suo intero staff. Con l’attivazione dei Pas (Percorsi Abilitanti Speciali) Lei e il Miur avete accettato il rischio di paragonare e mettere sullo stesso piano futuri abilitati che hanno svolto servizio discutibile e fatto punteggio in modo anomalo e immorale nelle scuole paritarie (sono del Sud e so di cosa sto parlando… ma lavoro al Nord e anche qui vedo tristemente che si danno molto da fare) e abilitati che per più di un anno della loro vita, sacrificando se stessi, famiglia e lavoro, hanno studiato intensamente per affrontare un concorso “de facto”, un percorso durissimo e fortemente selettivo quale è stato il Tfa Ordinario. Certamente non si diventa insegnanti con un “semplice” concorso pubblico e sicuramente anche tra i cosiddetti “tieffini” ci sono persone che hanno svolto servizio in scuole paritarie in modo “discutibile”, ma almeno vi è (vi era) una certificazione pubblica della loro preparazione, derivante da una selezione durissima e un percorso altamente formativo.
Così strutturati questi percorsi di abilitazione chiamati Pas sono una farsa, lo sa Lei, il Partito Democratico, tutta la Sinistra italiana e l’intera categoria sindacale. E la prova è la modalità con cui questi percorsi sono stati concepiti e si svolgeranno: nessuna selezione in ingresso, solo un anno di servizio specifico nella classe di concorso di cfu) riconosciuti, un brevissimo percorso di formazione, scaglionamento, nessuna certezza futura… etc. Questi percorsi offendono la dignità e la professionalità degli stessi insegnanti candidati.
Allora io Le chiedo, tornando indietro, rifarebbe le stesse scelte? È stato giusto paragonare e mettere sullo stesso piano percorsi di selezione e formazione concepiti con scopo e finalità completamente diverse (direi agli antipodi)?
Sotto la spinta dettata da interessi economici ed elettorali, politici e sindacati hanno portato a termine una delle sanatorie più vergognose della storia di questo paese, illudendo migliaia di precari e prendendo in giro l’Europa intera con la storiella delle “stabilizzazioni in corso”.
Ancora una volta Lei (spero in buona fede), il suo Partito, sotto la minaccia sindacale, ha fatto della Scuola Pubblica e dell’insegnamento (di fatto) un ammortizzatore sociale, sacrificando qualità, merito e giustizia civile.
Penso che in un paese civile e avanzato gli ammortizzatori sociali siano qualcosa di sacrosanto, ma non sull’insegnamento, non per coloro i quali hanno l’ambizioso compito e la responsabilità di formare la futura classe dirigente ed imprenditoriale di questo paese, non sulla pelle e sul futuro dei nostri figli… non su mio figlio.
L’istruzione e la scuola pubblica sono lo specchio del paese. Mi dispiace dirlo, ma l’Italia con questa ennesima scelta scellerata merita tutta la scarsa considerazione a livello europeo. Provate a raccontare la verità all’Europa su che cosa sono veramente i percorsi abilitanti speciali e sul perché sono stati concepiti… ci rideranno in faccia per l’ennesima volta.
Il Tfa è stato un percorso duro e selettivo, certamente migliorabile su molti aspetti, ma la strada era tracciata, bisognava solo rodarlo e portarlo a regime. nel Tfa l’esperienza e il punteggio pregresso erano ampiamente valutati, inoltre stabiliva dei criteri, un fabbisogno nazionale, sbagliato o corretto che sia, anche quest’ultimo migliorabile e tarabile nel tempo.
La stessa sorte è toccata agli studenti di Scienze della Formazione Primaria (Sfp), un percorso di laurea a numero programmato specifico, certo, concepito con finalità e obiettivi dichiarati, rodato, selettivo e altamente formativo.
Politici, sindacalisti e burocrati di mestiere hanno pensato bene di mandare tutto all’aria, rovesciare il tavolo, altrimenti poi senza la materia prima dell’eterno precariato che ne sarebbe stato del loro futuro?
Con queste scelte state illudendo e prendendo in giro un’intera categoria di futuri Docenti condannando tutti al precariato a vita, indistintamente, meritevoli e non, preparati e meno preparati, con esperienza o senza esperienza.
non solo, ma attraverso la procedura di verifica per i Pas, affidata agli usr (uffici scolastici regionali), avete evidenziato tutte le falle strutturali, burocratiche e amministrative della scuola pubblica. Avete aperto una nuova breccia nel sistema, ma forse questo è un bene per tutti. sto parlando dello scandalo a livello nazionale degli insegnanti inseriti in terza fascia di istituto non ammessi ai percorsi Pas perché “non avente titolo”. Mi chiedo e le chiedo: come hanno insegnato queste persone in terza fascia su quella specifica classe di concorso per anni? Chi doveva e non ha controllato? C’è dolo in tutto questo? Verranno fuori le responsabilità amministrative di un simile scempio? Come verranno risarciti quei poveri e ignari precari inseriti in graduatoria a cui è stato “rubato” per anni il lavoro che spettava loro?
Il Tfa, basandosi sul reale fabbisogno nazionale, poteva dare speranze, dignità e un futuro certo a molta gente, a una buona fetta di insegnanti in gamba e preparati, giovani e meno giovani. Tutto il sistema Scuola poteva giovarsi del giusto mix fatto di esperienza, passione e nuova linfa introdotta da tanti giovani laureati e dottorati.
Ogni anno a regime, attraverso il Tfa, tanti insegnanti precari e non, potevano avere la possibilità di mettersi in gioco, dimostrare pubblicamente in modo democratico e giusto, secondo le regole della convivenza civile, la loro preparazione, le loro competenze e capacità, con la speranza e la certezza, in caso di successo, di avere un futuro migliore davanti a se dal punto di vista umano e professionale. Tutti sulla stessa riga di partenza (ma dico proprio tutti), una competizione leale, perché di posto pubblico stiamo parlando caro Ministro. C’è qualcosa di più giusto e democratico?
Tutto il mondo della Scuola e soprattutto gli studenti ne avrebbero guadagnato in qualità, certezza e passione.
Non voglio tediarla ulteriormente caro Ministro, arrivo alla fine.
Con il nuovo Governo alle porte, se dovrà salutare Viale Trastevere, con tutto il rispetto istituzionale e personale non mi mancherà.
Doveva avere più polso, coraggio ed opporsi a questa vergognosa commedia all’italiana.
i problemi in questo paese non si devono risolvere. Ormai è un ritornello. Un film visto e rivisto. Un modus operandi necessario al sistema per la sua stessa sopravvivenza. Fondamentale affinché tutto cambi per non cambiare.
Mi dispiace dirlo ma si è fatta abbindolare da dilettante.
Voglio credere nella Sua buona fede. Voglio avere questo ricordo di Lei come Ministro dell’Istruzione: nessun dolo, solo ingenuità e nessuna esperienza politica, perché sicuramente in fondo nella vita privata Lei è una bellissima persona con sani principi.
Spero tanto un giorno di poterla conoscere di persona, magari davanti a un buon caffè, per poter discutere insieme e ricordare “con il senno di poi” questa “strana” vicenda chiamata Pas, ormai nella mente degli addetti ai lavori presente solo come un brutto ricordo appartenente a un triste passato.
I lettori ci scrivono

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