Un tavolo di lavoro al Senato per l’autismo

Partire dal punto di vista della famiglie per richiedere al Parlamento di legiferare su un disturbo ancora oggi non riconosciuto come patologia sociale e, di conseguenza, sprovvisto di figure professionali idonee a trattarlo all’interno delle strutture pubbliche. 
Già proposto nel 2011, riporta l’Agenzia Dire, con la mozione 355 sull’autismo, a firma dell’onorevole Franca Biondelli del Pd, passata all’unanimità in Senato, il Tavolo vuole riprendere quelle proposte e raccogliere tutti i suggerimenti provenienti dalle famiglie e dagli operatori. Intanto nello scorso marzo 2013 il Parlamento ha nominato come responsabile di tutte le delegazioni che parteciperanno alle differenti audizioni nelle due Camere Alessandro Capobianchi, presidente dell’Associazione nazionale persone autistiche (Anpa onlus), che riunisce in Italia circa 50 mila famiglie. In occasione dell’ultimo incontro in Senato, dalle famiglie si è levato un grido d’aiuto ed una richiesta: “Le istituzioni ci aiutino ad affrontare questa diversità, iniziando a dare centralità alla scuola nel processo di cura e riabilitazione dell’autismo”. Le famiglie con soggetti autistici patiscono “la mancanza di continuità didattica nella scuola e un’assenza di preparazione da parte di coloro che dovrebbero affrontare il disturbo”. 
Eppure parliamo di una sindrome che nel nostro Paese riguarda “una percentuale di nuovi nati pari all’1% della popolazione (in precisione dello 0,75%, ovvero 1 autistico su 150, mentre negli USA è del il 2%, con 1 bambino su 50, e in Inghilterra riguarda invece 1 minore su 80)”. Secondo i dati ufficiali americani e inglesi “la somma di tutti i costi valutati nel corso della vita di un soggetto autistico e della sua famiglia (previdenza, riabilitazione, assistenza sanitaria, perdita di lavoro dei genitori, ecc.)- spiega Francesco di Salle, professore dell’Università di Salerno- si aggira sui 4 milioni di dollari, o 3 milioni e mezzo di sterline, a persona. E quando questa percentuale si estenderà nel tempo per diventare l’1% della popolazione, e riguarderà in Italia 600 mila persone- avvisa l’esperto- allora il costo totale sarà di 2 mila 400 miliardi di euro (2.400.000.000.000). Un costo che contiene tutte le spese, ma anche tutte le perdite di Pil dovute alla disoccupazione dei genitori. Un costo che, se lo moltiplichiamo per una previsione di vita pari ad 80 anni per ogni soggetto autistico, arriva a 30 miliardi di euro spesi all’anno. Insomma- precisa il docente- stiamo parlando di una finanziaria”. 
Ma per De Salle una soluzione c’è: “Questi costi possono essere abbattuti, in parte, se si utilizzano meglio le risorse nel sostegno, fornendo agli insegnanti metodologie idonee a stimolare i bambini coinvolti nell’autismo. Una misura che potrebbe ridurre notevolmente la disabilità- afferma- perché se è vero che dall’autismo non si guarisce mai completamente e anche vero, invece, che dal deficit di skill si può guarire arrivando persino ad una neurotipicità”. Bisogna quindi “ripartire dalla scuola e da una migliore gestione delle risorse che lo Stato spende già, formando meglio gli insegnanti di sostegno per dare loro le metodologie idonee di intervento. Diamo ai soggetti autistici una pari opportunità di apprendimento- conclude De Salle- e rendiamoli capaci di imparare”. 
Quali saranno adesso i prossimi passi del gruppo interparlamentare nelle Istituzioni? “L’11 luglio abbiamo avuto un incontro al Senato, sopra ogni aspettativa, con una partecipazione attiva di molti senatori e collaboratori presenti e onorevoli della Camera non presenti che hanno però manifestato l’interesse di chiamare un’altra audizione con le Camere unite- spiega il presidente dell’Anpa Onlus- per inquadrare i lavori per l’autismo all’interno di una normativa quadro nazionale”. 
Entro la fine del mese “avremo un altro incontro con l’onorevole del Pd Franca Biondelli, al fine di fornire le stesse informazioni/documenti anche ai deputati della Camera. Per questo motivo- sottolinea Capobianchi- invito tutti, ma proprio tutti, a partecipare, collaborare e continuare ad inviare le relazioni che aiuteranno i parlamentari a capire quali siano gli obiettivi da prendere in considerazione e quali i bisogni da soddisfare. L’intergruppo parlamentare è stato costituito per dare voce ai fantasmi del presente e non ai soliti noti e si compone di ogni persona che abbia necessità di portare in senato il suo problema e le sue esigenze”. È possibile inviare i propri progetti/proposte all’indirizzo email presidente@anpaonlus.it oppure info@anpaonlus.it.

Pasquale Almirante

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