Il rapporto globale “Generation Hope: 2,4 miliardi di ragioni per porre fine alla crisi globale del clima e delle disuguaglianze” è stato presentato in Italia in questi giorni da Save the Children, durante un incontro con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e del Centre on Climate Action and Energy Transition dell’UNDP.
L’incontro è stato un’occasione per far sì che il governo italiano sia consapevole delle priorità, opinioni e raccomandazioni dei minori e giovani italiani in vista del più importante appuntamento annuale per la lotta al cambiamento climatico, la COP27, che quest’anno si terrà dal 6 al 18 novembre a Sharm el-Sheikh. La tavola rotonda è stata anche uno spazio inclusivo di dialogo e scambio tra adolescenti e giovani italiani, provenienti da diverse regioni e appartenenti ad alcune delle associazioni giovanili attive in ambito ambientale e climatico, e i rappresentanti istituzionali, con la speranza che possa stimolare la creazione in Italia di un meccanismo istituzionale di partecipazione dei più giovani alle politiche di contrasto al cambiamento climatico.
Il nuovo rapporto è stato costruito partendo dalla ricerca pubblicata nel 2021 da Save the Children in collaborazione con la Vrije Universiteit Brussel, che ha rilevato che i bambini nati nel 2020 affronteranno in media ondate di calore sette volte più torride durante la loro vita rispetto ai nonni e i neonati in tutto il mondo vivranno in media 2,6 più episodi di siccità.
L’ultimo rapporto di Save the Children è stato prodotto al termine di una delle più grandi consultazioni mondiali che ha coinvolto oltre 54.000 bambine, bambini e adolescenti in 41 Paesi e in Italia ha visto la partecipazione di più di 300 minori e giovani. Basandosi sulle loro testimonianze, mostra come i rischi dovuti alla crisi globale siano multipli e sovrapposti e siano collegati e aggravino l’attuale crisi alimentare, nutrizionale e del costo della vita a livello globale, che sta portando 345 milioni di persone in 82 Paesi ad affrontare la grave mancanza di cibo.
Generation Hope rivela che circa 774 milioni di bambini nel mondo, ovvero un terzo della popolazione infantile mondiale, vivono gli effetti del duplice impatto della povertà e dell’alto rischio climatico. Quello che drammaticamente emerge, anche attraverso le testimonianze dirette dei minori protagonisti, è che l’80% delle bambine e dei bambini del mondo sono colpiti da almeno un evento climatico estremo all’anno e alcuni sono particolarmente a rischio perché devono affrontare anche condizioni di povertà, e di conseguenza hanno meno capacità di proteggersi e riprendersi.
In tutto il mondo le disuguaglianze stanno aggravando l’emergenza climatica e i suoi impatti, in particolare per le bambine, i bambini e le famiglie a basso reddito. Il Paese con la più alta percentuale di bambini colpiti da questo doppio rischio è il Sud Sudan, con l’87%, seguito dalla Repubblica Centrafricana, 85% e dal Mozambico, 80%.
L’analisi ha rivelato anche che è l’India il Paese con il più alto numero totale di bambine e bambini che vivono in povertà e che sopportano il peso della crisi climatica, per un totale di 223 milioni di bambini. Seguono la Nigeria e l’Etiopia, rispettivamente con 58 e 36 milioni di bambini che vivono in questo duplice pericolo.
Ma la minaccia della povertà combinata al rischio climatico, non risparmia i Paesi ricchi: sono infatti 121 milioni i giovani che subiscono i rischi e che vivono nei Paesi a più alto reddito, di cui 28 milioni nei Paesi più ricchi del mondo, di cui 2 su 5 di questi bambini (12,3 milioni) vivono negli Stati Uniti o nel Regno Unito.
Per saperne di più https://s3.savethechildren.it/public/files/uploads/pubblicazioni/generation-hope.pdf
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