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Una 13enne: “Quando studio devo mettere il cellulare in un’altra stanza, non riesco a non guardarlo. Vorrei me lo togliessero”

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Il giornalista, ex sindaco di Roma, Walter Veltroni ha intervistato, per conto de Il Corriere della Sera, un’adolescente, una ragazza di tredici anni, per capire come vivono e come percepiscono il mondo i ragazzini di oggi, toccando varie tematiche.

La paura dell’errore

Ecco le sue parole in merito alla valutazione, ai giudizi degli altri: “Io ho sempre avuto paura dell’errore, dell’essere giudicata, dello sguardo degli altri. Ho paura di sbagliare, sempre. Ho paura del giudizio. Del giudizio di tutti. Se gioco a pallavolo certe volte rinuncio a gettarmi per prendere una palla per quella paura, la paura di non essere capace, di essere rimproverata. Sento l’errore come un’ombra che mi segue e che è pronta a precipitarsi su di me. Vorrei non mi importasse del giudizio degli altri, ma invece mi importa, molto”.

E, sui cellulari: “Lo uso troppo, quando studio lo devo mettere in un’altra stanza altrimenti non riesco a non guardarlo. Non sono sui social, mi fanno paura, ma vago come smarrita su YouTube e perdo un sacco di tempo. Per un periodo guardavo dei tutorial del trucco. Ma mi distrae. Sarei superfelice se me lo togliessero, mi sento dipendente. I primi tempi sarebbe dura ma poi starei meglio. A una mia amica, che i genitori hanno sorpreso mentre si scriveva con uno sconosciuto, hanno levato il cellulare per un mese. Quando in campo scuola ce li facevano lasciare lei ha detto a tutti: ‘Credetemi, si sopravvive benissimo senza'”.

Figlio Martina Colombari, lo sfogo: “I social? Una dipendenza, ero sempre a letto col telefono in mano”

Proprio oggi abbiamo parlato del figlio, oggi ventenne, della showgirl ex Miss Italia Martina Colombari e del calciatore Alessandro Billy Costacurta.

Il giovane ha vissuto una vera e propria dipendenza da social, cosa ormai sempre più comune: “Per me i social network sono stati come un gioco d’azzardo. Una vera e proprio dipendenza. Non riuscivo a farne a meno. Non riuscivo a uscirne. Trascorrevo le mie giornate a letto, con il telefonino in mano, a navigare sui profili altrui per vedere quello che facevano. A volte per imitarli e per fare meglio di loro. Sempre”.

“Un periodo durissimo, che ho affrontato e superato anche grazie all’aiuto dei miei genitori che mi hanno capito e supportato. C’è voluto del tempo, sono stato aiutato e ne sono uscito. Adesso non sono più schiavo di quel mondo e mi godo ogni singolo minuto delle mie giornate. Spesso senza mandare o ricevere messaggi. Sono io a decidere quando leggere un messaggio oppure quando mandarlo”, ha spiegato.