La ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, aprendo i lavori della cabina di regia (composta da rappresentanti di ministero, Anci, Upi, regioni, ministero del Lavoro, e tre esperti Marco Rossi Doria, che coordina la cabina in assenza della ministra, Anna Serafini e Marco Giovannini) istituita al ministero sulla dispersione scolastica ha detto che combattere la povertà educativa è la base per combattere le altre povertà: da lì partono le disuguaglianze, così come le opportunità. «Entro luglio la cabina di regia produrrà un documento operativo. La riduzione delle diseguaglianze – sottolinea Fedeli – è un diritto da garantire ai nostri ragazzi».
A livello europeo quando si parla di “dispersione scolastica” l’indicatore utilizzato per la quantificazione del fenomeno è quello degli early leaving from education and training (ELET) con cui si prende a riferimento la quota dei giovani tra i 18 e i 24 anni d’età con al più il titolo di scuola secondaria di I grado, o una qualifica di durata non superiore ai 2 anni, e non più in formazione.
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La strategia di miglioramento Europa2020 prevede che l’Italia porti la quota degli abbandoni precoci al 10%. Nel 2006 questa quota era pari al 20,8%, nel 2015 al 14,7 per cento.