“Lo studente ha diritto ad una formazione culturale e professionale qualificata”: così recita lo Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria (DPR 249/ 1998, art.2,c.2)”.
È il primo dei diritti riconosciuto ai nostri alunni, diritto che non deve mai venir meno, nemmeno in periodi di emergenza come quello che stiamo attraversando. Con le varie modalità che ogni scuola ha deciso di seguire, noi docenti siamo chiamati a trasmettere alle nostre classi materiali di studio attraverso cui stimolare la riflessione critica dei discenti.
Sarebbe bene tuttavia, fare maggiore attenzione al materiale che si invia perché, talora, vengono propinate vere e proprie “bufale”. Impazza in questi giorni sul web una poesia, “Guarire”, attribuita a una poetessa irlandese della seconda metà dell’Ottocento, Kathleen O’ Meara. I versi sono declamati da un noto e simpatico attore (Enrico Montesano) e parlano di gente rimasta a casa a leggere libri che, alla fine, guarisce la terra “ così come erano guariti loro”.
Lasciando il giudizio estetico ai cultori delle belle lettere, si ritiene, però, doveroso innanzitutto riconoscere la paternità del testo alla sua vera autrice, che si chiama Kitty O’Meara , ma soprattutto fugare ogni dubbio sulla presunta profeticita’ della poesia stessa, visto che è stata composta da una scrittrice contemporanea e pubblicata su Facebook l’11 marzo 2020 , dunque in piena emergenza Coronavirus. Appare paradossale pretendere dagli studenti di non prendere per oro colato tutto quello che trovano sui social quando ,poi, sono proprio alcuni docenti a propinare loro notizie fasulle. Se accettare per buona un’informazione senza preoccuparsi di verificarne l’attendibilità è disdicevole per i più giovani, diventa inaccettabile per la classe docente.
Martellanti campagne pubblicitarie hanno inondato le tv proprio durante questo periodo, che ha visto una crescita esponenziale di fake news, e ci spingono a non credere a tutto ciò che si sente dire, ma ad accertarci delle fonti con giudizio e spirito critico. Anche nella didattica a distanza, quindi, aiutiamo i nostri studenti a crescere e a coltivare il senso critico e soprattutto non inviamo materiale a casaccio!
Giuseppe Scafuro
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