Gentile redazione,
sono una docente disoccupata, vincitrice del concorso ordinario 2020, CdC AB25, regione Lazio, provincia di Roma.
Innanzitutto, tale qualifica tanto attesa e sudata – le prove si sono svolte infatti tra il 14 marzo e il 20 luglio 2022 – è come se non esistesse per questo a.s. dato che le graduatorie di merito sono state pubblicate a metà ottobre, totalmente fuori tempo per consentire lo scioglimento della riserva per entrare in prima fascia nelle GPS.
Dunque, niente ruolo e stesso identico posizionamento a quello precedente all’agognata e conquistata abilitazione.
All’ultimo aggiornamento delle GPS decido di cambiare provincia per le supplenze per avvicinarmi alla mia famiglia di origine e scelgo Nuoro, Sardegna.
A parte i clamorosi ritardi nella pubblicazione delle GPS, e le conseguenti convocazioni da algoritmo avvenute ad anno scolastico iniziato (dato che la scuola riapre il primo settembre e non quando gli alunni tornano sui banchi), anche io sono stata superata da una collega con punteggio inferiore perché evidentemente la mia preferenza per distretto valeva meno della preferenza puntuale dell’istituto, oppure chissà?
Ho chiesto delucidazioni all’USP senza ricevere risposta, adesso sono in attesa di una convocazione da graduatoria d’istituto.
Tali graduatorie, fatta eccezione per un numero irrisorio di scuole, sono introvabili sui rispettivi siti web che non aggiornano le relative pagine da tempo immemore, chi dal 2017, chi dal 2020, chi manco ha il comando Albo pretorio on-line.
Nei rari casi in cui mi è stato possibile accedere alle suddette graduatorie, ho avuto l’ennesima inspiegabile sorpresa: non comparire negli elenchi incrociati per il sostegno. Cioè, in quelli di un istituto sì, in quelli di un paio di altri istituti no. Tutte le altre non sono consultabili. Inoltre, sempre eccetto rarissimi casi, non vi è traccia delle avvenute nomine conseguenti alle convocazioni per supplenze brevi, dunque è impossibile valutare che posizione si abbia effettivamente nel momento in cui si riceva tale tipo di convocazione.
Questa mia mail vuole essere un appello al neo Ministro Valditara e a tutti i colleghi dell’amministrazione scolastica, dal personale ATA nelle segreterie scolastiche agli impiegati degli uffici scolastici provinciali, regionali e c/o il Ministero stesso: Signori, questa situazione è molto grave.
Forse non vi rendete conto che l’equilibrio psico-fisico di molti docenti viene messo a dura prova con questo sistema di formazione e reclutamento senza capo né coda. E questi docenti stressati e stremati sono quelli che alla fine un giorno, del tutto all’improvviso, magari si ritrovano effettivamente a scuola, ad insegnare per un tempo più o meno breve a classi di studenti sempre più demotivati, che non sanno manco cosa significhi rispettare gli adulti, ancor prima che gli insegnanti o educatori.
E perché non conoscono il rispetto? Perché essi stessi non vengono rispettati. Il loro diritto all’istruzione non è garantito in un contesto come quello sopra descritto, il nostro! Tutto questo non è giusto per nessuno. Mettetevi una mano sulla coscienza e per favore, trovate una soluzione che abbia senso. Chi manca al proprio dovere deve essere sanzionato. Chi considera i docenti dei burattini che devono essere sempre disponibili pena l’esclusione biennale dalle graduatorie che dovrebbero consentire l’accesso al lavoro, magari perché non hanno letto un’email di convocazione entro il termine, deve tornare sulla Terra e rendersi conto che questo sistema non funziona.
Si pretende una formazione continua, l’acquisizione infinita di competenze che però poi non viene consentito di portare sul campo. Mio nonno era preside del liceo classico e per quanto mi manchi, è un sollievo non averlo più in questo mondo, nella nostra povera Italia, come diceva lui, che non si stancava di indignarsi e di definire “una vergogna” quanto accadeva nel suo tanto amato mondo della scuola.
Concludo ringraziando tutti i tanti colleghi e colleghe, docenti e ATA, collaboratori e dirigenti che ogni giorno, nonostante lo sfacelo generale, piuttosto che demordere e disinteressarsi, lavorano con impegno e partecipazione, combattono la battaglia per una scuola migliore in un mondo migliore, con o senza risorse, con o senza tecnologie digitali, con passione, competenza e amore per la scuola e per il proprio lavoro.
Lettera firmata da una DD, docente disoccupata
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