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Una esperienza di alternanza scuola-lavoro

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Acquisire competenze spendibili nel mercato del lavoro, attuare modalità di apprendimento che siano flessibili e in linea con il curricolo didattico, dovrebbe oggi rappresentare il naturale percorso per ogni studente per poter costantemente sperimentare o semplicemente osservare ed essere condotto verso potenziali mete professionali; mete che spesso molti ragazzi “vivono” in solitudine ed informalmente per mezzo di differenti media che possono offrire solo una semplificata ed alterata percezione cognitiva di ciò che non li vede realmente immersi in quel contesto.
Dopo anni di esperienza in qualità di esperto nei percorsi di alternanza scuola-lavoro, già con l’introduzione del tanto criticato decreto legislativo 77 del 2005 istitutivo della sua prima versione, troppo spesso, trasformato in mero sistema di manipolazione dei crediti, rimane il fatto che,  se a farla da padrona sono l’oculatezza e il buon senso delle singole istituzioni scolastiche e delle imprese che vi aderiscono, al di là di qualunque “bollino blu”, ma ben venga tale applicazione, è possibile attivare percorsi fortemente interessanti e pregni di obiettivi e finalità in linea con il curriculo dello studente.
Pienamente in accordo, dopo ore di proficuo dialogo, con tali osservazioni molti dei valorosi uomini e professionisti come i Marescialli in 1ª CL. Giuseppe Bellanova, Lorenzo Di Giorgio, Maurizio Cassano e il Cap. Riccardo Rotondo che operano al 3° Stormo dell’Aeronautica Militare di Villafranca di Verona, reparto che insieme al Gen. Michele Scillia, all’esponente della IV commissione Difesa, On. Mario Caruso, e con altri rappresentanti mi trovai a visitare nel 2015 per la prima volta, in occasione della commemorazione delle vittime di Nassiriya organizzata in data 12 novembre, guidati dall’allora Comandante Col. Massimo Cicerone.
L’accoglienza e la cordialità del personale tutto fece subito da sfondo alle potenzialità della base aeronautica, al comparto logistica, ma soprattutto al valore ed alla ricchezza professionale dei tanti uomini, ufficiali e sottoufficiali a cui, da lì a breve, avrei stretto la mano. Una in particolare, quella del Ten. Col. Maurizio Di Santo, riuscì a trasmettermi “maggior presa”, e tra un dialogo ed un altro, al termine della giornata mi diede l’assist per un rinnovato e futuro incontro, per meglio approfondire e conoscere il fare operativo del 3° Stormo.
Fu in quel preciso momento che, sebbene avessi organizzato altro per i miei allievi e in tutt’altro contesto, dissi tra me e me: perché no? Perché non far vivere un’esperienza inusuale, ma fortemente interessante ai miei alunni della IV B Liceo Scienze Applicate?
Finalità dell’uscita didattica: visita guidata per approfondimenti-studio ed osservazione di tecnologie sperimentali informatizzate ed ibride, applicate in contesti militari, umanitari e di emergenza. In realtà intravidi molto altro per la classe, quello di far cogliere l’opportunità di osservare competenze-professioni in azione, in linea con l’indirizzo di studio scientifico e sperimentare l’uso di sistemi di comunicazione su apparati dedicati.
Il 26 maggio del 2016 eravamo pronti per un’uscita didattica di ben 14 ore.  Una lunga visita guidata che ha permesso di far cogliere la dimensione collaborativa-cooperativa e di responsabilità nei diversi settori sperimentali che sono stati osservati dagli studenti. Un’esperienza formativa, sensoriale, innovativa per unire sapere e saper fare, orientare le aspirazioni degli studenti e proiettare la dimensione della didattica e dell’apprendimento al mondo esterno.
Da sempre ritengo, fortemente aderente ad una scuola di pestalozziana memoria, che non si apprende solo in classe, non si matura solo stando “sprofondati” dietro ad un banco o riportando al docente nozioni mnemoniche di argomenti letti sui libri di testo o su dispense. L’esperienza maturata da questi ragazzi trascina con sé alcuni punti in comune con l’alternanza scuola-lavoro che oggi rappresenta sempre più una valida, sana ed organica risposta a gran parte della disoccupazione, a patto che ciò non diventi, ed il rischio in alcune aree geografiche è assai alto, manovalanza a costo zero.
Anche per quest’ultimo fattore è opportuno che la scuola realizzi esperienze che vadano vissute e maturate dall’allievo nelle singole discipline, per mezzo dei propri docenti, creando “ponti” con il mondo del lavoro, fornendo un panorama di scelte, mete culturali e lavorative che vadano oltre la singola disciplina oggetto di studio, spesso fuori tempo rispetto a ciò che i ragazzi osservano e vivono usciti dalla scuola stessa. È pur vero che molteplici sono le difficoltà di realizzare l’alternanza scuola-lavoro, la quale pur essendo disciplinata dai commi 33 ai commi 43 della legge 107/2015 (la Buona Scuola), in alcuni contesti si scontra con la cattiva azienda per il rischio accennato, in cui lo storytelling, distante da quello manageriale puro, la fa da padrona in aree geografiche ove scarsamente insistono realtà aziendali propositive a detta collaborazione. È pur vero come altre volte invece assistiamo ad una vera e propria cesura da parte della scuola stessa in cui si preferisce strategicamente barattare l’esperienza tangibile dell’alternanza scuola-lavoro con l’Impresa Formativa Simulata, la quale pur essendo una metodologia prevista per la riduzione di quel GAP tra l’esperienza teorica e quella pratica, non viene vissuta da molti studenti  come vera assunzione di responsabilità, poiché si rimane nel virtuale, aggiungendo come  questa scelta risulta decisamente meno impegnativa sottraendo e svilendo quelle già poche ore in alcune cattedre, miscelandosi assai spesso con le ore curriculari.
Ecco perché le attività extra didattiche devono diventare meno extra, meno simulate, meno obbligate e strategiche alternanze per innalzare, miracolosamente, crediti in vista della maturità, e semmai più normali e integrati percorsi di apprendimento dinamico e attivo per tutti quei ragazzi che desiderano e necessitano innalzare, oggi più di ieri, le proprie abilità in special modo nel triennio delle scuole superiori.
Ciò è necessario affinché ogni studente possa essere valorizzato attraverso l’assunzione di iniziali e piccole responsabilità che gli diano modo di riapprezzare il vero “tempo libero” di greca ed antica memoria, scholeion, a significare il “luogo in cui veniva speso il tempo libero”.

In quest’ottica sono stati posti gli allievi della IV C e IV B Liceo Scienze Applicate dell’I.T.I.S. “G. Feltrinelli di Milano”, che hanno preso parte come “osservatori” a molteplici attività della logistica di proiezione dell’Aeronautica Militare, accolti con entusiasmo dal personale tutto del 3° Stormo, per sondare un contesto lavorativo veicolo di alta specializzazione e preparazione che potesse servire da stimolo e da collante con la disciplina oggetto di studio, le tecnologie informatiche e l’informatica, per aggiungere nuovi tasselli esperienziali.

È  tempo di imparare, toccando con mano, facendo comprendere cosa significa intraprendere la strada della realizzazione, di prendersi delle soddisfazioni che non siano solo quelle di uno sterile voto che spesso quantifica e poche volte qualifica olisticamente l’allievo, di scoprire in che modo l’alunno riesca a relazionarsi con l’adulto mentore intento nel mostrare, insieme al presente ed attuale, una fetta di ciò che potrebbe divenire il suo domani lavorativo, interagendo con le sue narrate ambizioni, per ottenere risposte ai propri interrogativi. Interrogativi che spesso sono messi a tacere, come fuori tema, quando vengono posti dentro quella rigida scatola che rappresenta l’aula e che per molti alunni si perdono in un sottovuoto, quando invece quel sottovuoto andrebbe costantemente aperto prima che si concludano gli studi, prima che rimangano irrisolti facendo disperdere tante occasioni.
Tutti gli alunni che hanno sperimentato questa esperienza sono stati positivamente coinvolti in alcune attività, posti nella condizione di esprimere le proprie considerazioni, valutando l’esperienza in atto.
Pur non potendo essere definita per continuità, tempi e obiettivi a medio-lungo termine come un formale percorso di alternanza scuola-lavoro, tale attività è stata sottoposta ad una valutazione finale con riconoscimento di un credito formativo, trattenendo in essa le dinamiche gruppali e dei singoli alunni con ciascun ufficiale e sottoufficiale preposto ad indossare la veste di “tutor esterno alla scuola” per l’intera durata della visita guidata, in linea con la mission dell’attività didattica curriculare a cui la stessa alternanza scuola-lavoro aderisce e per la quale valutazione il Consiglio di Classe ne deve in ultima istanza riconoscere un profitto.

L’esperienza prima vissuta nell’a.s. 2015/16 dalla IV B Liceo Scienze Applicate che ha raccolto un entusiasmo corale da parte del gruppo classe partecipante, è stata da sprone nel suggerire la riproposizione, nell’anno a seguire, analoga esperienza con la classe IV C Liceo Scienze Applicate del medesimo istituto scolastico. In entrambe le occasioni è stato possibile far apprezzare ai discenti una sintesi dei punti chiave dell’alternanza scuola-lavoro, ossia:

  • attuare modalità di apprendimento flessibili sotto il profilo culturale ed educativo che colleghino sistematicamente la formazione in aula con l’esperienza pratica;
  • arricchire la formazione acquisita nei percorsi scolastici e formativi con l’acquisizione di competenze spendibili anche nel mercato del lavoro;
  • favorire l’orientamento dei giovani per valorizzarne le vocazioni personali, gli interessi e gli stili di apprendimento individuali;
  • correlare l’offerta formativa allo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio.

A volte basta davvero poco affinché, come ha relazionato l’allieva Carolina Oberti della IV C Liceo S.A., “gli occhi degli alunni possano aprirsi ad un mondo prima praticamente sconosciuto, attestando tra le righe, come spesso tante realtà di spessore professionale, tante professioni esterne alla scuola, rimangono fuori dalla conoscenza e dall’esperienza didattica, facendo venir meno il vero fine della scuola: preparare oggi, non più e solo in aula, al domani lavorativo.
Ringrazio il 3° Stormo tutto, i colleghi docenti accompagnatori di questi anni che con entusiasmo hanno vissuto queste due distinte esperienze: Prof.ssa. Nicoletta Bona e Prof. Antonino Malgioglio.
L’esperienza è più diffusamente documentata in un ebook realizzato dai partecipanti

di Francesco Augello