La fine della scuola porta con sè, secondo quanto viene riportato dalle agenzie specializzate, la ricerca da parte di tante famiglie di luoghi dove depositare i figli, sia per evitare che intralcino il loro lavoro, e sia per impegnarli in attività ludiche e ricreative per non farli annoiare.
E infatti, sembra che oltre un genitore su tre, pari al 36%, è in cerca di una soluzione che impegni i propri figli per le oltre 12 settimane di vacanze di cui dispongono, ma nello stesso tempo devono fare i conti con gli aumenti che i centri ricreativi adatti hanno implementato rispetto all’anno scorso. Sembra infatti che gli aumenti medi siano di oltre il 10% e dunque per otto settimane di iscrizione, una famiglia arriverebbe a spendere circa1.234 euro.
Fra i più richiesti luoghi di aggregazione come alternativa dopo la fine della scuola, ci sono le ‘colonie’ estive al mare, preferite dal 40% degli utenti, mentre al secondo posto ci sarebbe la campagna (19%), che precede città e montagna. A latere si sottolinea l’incremento enorme delle fattorie didattiche.
Stando a un’indagine Coldiretti/Ixè, tra coloro che non sono interessati ai centri estivi, ci sarebbe un 28% di genitori, per il semplice fatto che ha la possibilità di far stare i figli con qualcun altro della famiglia, soprattutto i nonni (28%), ma c’è anche un 13% che rinuncia per motivi economici, mentre un altro 5% non ci prova nemmeno a causa della scarsità dell’offerta rispetto alle esigenze.
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