L’email dell’on. Faraone segna una svolta epocale: il passaggio dall’annuncite all’annunciosi. Ennesima e preoccupante dimostrazione di autoreferenzialità, attraverso l’uso sapiente della comunicazione virtuale, senza confronto, né contraddittorio. I dissensi argomentati e la memoria storica? Ostracizzati. Così è più comodo e più facile.
D’altra parte, l’on. Faraone non è stato eletto, come afferma nella email pubblicata, (qualche stralcio), su questo sito. E’ stato solo nominato da una corrente di segreteria di partito (minoritaria nel 2012/2013), e grazie a dei meccanismi regolatori di una legge elettorale che la Consulta ha certificato essere anticostituzionale.
Se questo Governo avesse avuto veramente un minimo di apprezzamento per la scuola pubblica statale non avrebbe fatto scrivere delle “linee guida” così avulse dalla realtà, così superficiali, così “dolci” e confortanti, ma solo dal punto di vista estetico e formale: infatti è stato quasi integralmente fotocopiata l’impostazione grafica che caratterizza una industria di dolciumi angloamericana: “Mr. Kipling”. (visitare il sito, per verificare colori e caratteri, e impaginazione in genere). “Linee guida” che desertificano il CCNL, che ignorano il personale Ata e che sorvolano il dettato costituzionale.
Il Governo non avrebbe schiantato il valore dell’esperienza dell’insegnamento maturata negli anni solo per ragioni di cassa e, al contempo, strumentalizzare il “merito” come manganello ideologico. Non avrebbe disposto uno schieramento di poliziotti in assetto antisommossa davanti a centinaia di docenti in possesso di armi, pericolose e letali, come quelle rappresentate dalle delibere dei Collegi che evidenziavano le macroscopiche criticità e contraddizioni contenute nel documento sedicente “la buona scuola” (Roma, venerdì 14 novembre, ingresso principale Miur).
Il PdC non avrebbe pontificato che solo una minoranza di docenti era in dissenso circa il documento governativo: come se fosse percorso dal fuoco sacro dell’unzione sacra, come se fosse egli stesso portatore sano di “lex animata”. Autentico tramite tra la Verità e la “ggente” (che, tra le altre cose, non lo ha nemmeno “eletto”). Raffinatissima demagogia 2.0. Allora, se il Governo avesse avuto intenzioni, per migliorare e potenziare la scuola pubblica statale, reali e non virtuali avrebbe consultato, prima, la “base”, cioè docenti e ds, e le OO.SS.
E non, genericamente e furbescamente, gli “italiani”. Quindi, avrebbe considerato la LIP, la legge di iniziativa popolare sulla scuola, che giace in Parlamento dal 2007. Insomma: seguire una ordinaria prassi costituzionale. Ma il Governo è agito da altre prassi, altri vincoli. Altre stra-ordinarietà. Ce le può illustrare l’on. Faraone?