Le carenze bibliografiche dell’esame abilitante del ministro dell’istruzione Lucia Azzolina sono state ampiamente criticate, con circostanziate argomentazioni.
Un’analogia illumina la situazione con luce differente.
In un corso d’aggiornamento sul controllo scolastico sono stati distribuiti ai partecipanti alcuni compiti di matematica e d’italiano. Se ne richiedeva la valutazione, da esprimere con un voto. Un compito individuale.
La tabulazione dei giudizi formulati era lo stimolo per la discussione successiva: i voti assegnati ai singoli elaborati avevano un’oscillazione di tre, quattro punti al massimo, tranne che per uno. Il suo campo di variabilità era 3-9.
Il corsista che aveva espresso il voto più negativo si è alzato per stigmatizzare chi non aveva colto la gravità degli errori commessi, contestandone l’idoneità all’insegnamento.
La risposta non si è fatta attendere: si è alzato un docente universitario di matematica che ha motivato la sua scelta con l’originalità della strategia sottostante i calcoli, il voto voleva rinforzare la capacità di formulare ipotesi e il pensiero divergente.
Applichiamo l’effetto Pigmaglione alla situazione ministeriale odierna: quali gli aspetti da valorizzare? (Ricordate Audrey Hepburn in My fair lady?)
Inquadramento storico. Negli ultimi quarant’anni si sono succeduti al Miur ventitré ministri; di questi dodici docenti: undici universitari e Franca Falcucci, insegnante liceale di storia e filosofia che, in un recente sondaggio, è stata indicata come “il miglior Ministro dell’Istruzione degli ultimi trentacinque anni”.
Anche Lucia Azzolina é docente di Storia e Filosofia: saprà emularla?
Enrico Maranzana