Sta riscontrando un successo inaspettato la petizione on line per tutelare gli insegnanti lanciata sul sito www.change.org indirizzata al Capo dello Stato Sergio Mattarella, al premier Giuseppe Conte e al ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, l’iniziativa ha riscosso quasi 100 mila adesioni in poche ore.
Dopo aver citato gli ultimi episodi di violenza contro i docenti, in particolare quello della sorta di “agguato” con tanto di sediate da parte degli studenti ad una docente di italiano di 55 anni, gli organizzatori della petizione (Professione Insegnante), spiegano che “serve una legge, serve una norma che istituisca e soprattutto rafforzi la figura dell’insegnante quale pubblico ufficiale, che inasprisca le pene laddove ci sono episodi di violenza conclamati, che tuteli la libertà di insegnamento e restituisca agli insegnanti un ruolo di primo piano”.
Inoltre, nella petizione si sostiene che, “occorre una legge che comporti delle sanzioni che siano da esempio educativo per le generazioni future, serve una norma che tuteli il libero esercizio dell’insegnamento quale base per la crescita delle generazioni che verranno. Serve una legge atta a prevenire episodi del genere che si aggiungono alla non facile situazione del comparto scuola maltrattato sul piano economico, giuridico e sociale”.
Quello degli “insegnanti vittima di bulli e di genitori violenti”, si legge ancora nel testo che verrà inviato alle massime istituzioni dello Stato, è “un tema su cui la comunità educante sta riflettendo. Le famiglie sono una parte importante del lavoro educativo perché sono i genitori ad educare la persona mentre la scuola educa i cittadini. È sconvolgente pensare che un genitore possa entrare in una scuola e compiere atti simili o che uno studente si possa permettere di picchiare da solo o in gruppo un docente”.
“Sono fatti che evidenziano quanto sia profondamente mutato il rapporto di fiducia tra scuola e famiglia, che interrompono bruscamente quel patto di corresponsabilità educativa e che vanno condannati con forza. A partire dall’autonomia scolastica fino alla recente riforma, la legge 107, la figura dell’insegnante ha perso via via autorevolezza e prestigio, calpestata da logiche di potere che ne minano la serietà ed il valore istituzionale”.
“Negli ultimi anni gli insegnanti si sono trovati stretti tra mezzi coercitivi esercitati dalle dirigenze che, nel migliore dei casi, sottostanno alla logica aziendalistica commessa con la scuola odierna, tra i conseguenti comportamenti aggressivi da parte dei genitori e soprattutto, cosa gravissima, azioni violente anche sul piano fisico di alcuni studenti”.
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