Una legge delega per gli organi collegiali: con quali tempi?

Secondo gli ultimi “rumors” nei piani del Governo ci sarebbe anche una legge delega per mettere a  punto alcuni pezzi significativi della riforma della scuola.
In particolare, con questo strumento legislativo, si dovrebbero riformare gli organi collegiali della scuola. Ma quali potrebbero essere i tempi, se di percorresse questa strada?
Vediamo cosa era accaduto in passato.
Gli organi collegiali della scuola nacquero nel 1974 con il decreto 416 che derivava dalla delega conferita dal Parlamento al Governo nel luglio dell’anno precedente.
Quindi: se entro il prossimo luglio il Parlamento approvasse la legge delega ci si potrebbe aspettare che i decreti applicativi vengano emanati nella primavera del 2016: in tal caso i nuovi organi collegiali entrerebbe in funzione con l’anno scolastico 2016/2017. Ma questa è una ipotesi molto ottimistica perchè non è detto che le forze politiche riescano a trovare l’accordo sul testo della legge delega prima della pausa estiva del 2015. 
Un tentativo di affrontare la riforma degli organi collegiali ci fu alla fine degli anni novanta quanto il Governo adottò il decreto legislativo 233 del 1999 che derivava nientemeno che dalla delega contenuta nella legge 59 del 1997. 
Il decreto del 1999 istituiva il Consgilio superiore della Pubblica Istruzione, che avrebbe dovuto sostituire il “vecchio” CNPI, oltre ai consigli scolastici regionali e territoriali; ma poi con l’entrata in vigore delle nuove regole fissate con la riforma costituzionale del 2001 non se ne fece più nulla.
Di fatto, ad oggi degli organi collegiali previsti dal DPR 416 di 41 anni resta in piedi solamente il consiglio di istituto (sono scomparsi il CNPI, i consigli provinciali e quelli distrettuali).
E quindi, se si considera la storia pregressa, è davvero difficile credere che nel giro di pochi mesi Governo e Parlamente riescano davvero a realizzare una riforma che pure tutti ritengono necessaria e che peraltro sta già in una legge in vigore (il decreto 233 del 1999 non è affatto decaduto).

Reginaldo Palermo

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