È questa l’accusa lanciata da Benedetta Demartis, presidente dell’Associazioni genitori soggetti autistici, a tutto il mondo della politica perché si approvi una legge che stabilisca i protocolli di diagnosi e cure.
La Stampa riporta la denuncia dei genitori di bambini autistici lasciati a se stessi, mentre al Parlamento si sono accumulati diversi progetti, del tutto inevasi, a loro sostegno.
Demartis infatti sottolinea: “Ogni Asl fa da sé e poche applicano i protocolli esistenti. Così l’autismo non viene trattato e spesso nemmeno diagnosticato correttamente: arrivano da noi famiglie a cui è stato detto che la malattia dipende da una madre anaffettiva. Teorie assurde e abbandonate da tempo. Trovare cure idonee diventa quindi una questione di fortuna: le hai se capiti nell’Asl più evoluta, altrimenti fai quello che puoi”.
Inoltre, considerato che alcune terapie costano dai 200 ai mille euro al mese, “solo i ricchi si possono curare. Noi forniamo terapie anche a chi non può pagare ma i genitori che arrivano da lontano sono in difficoltà. Spesso anche la malattia del figlio impoverisce la famiglia. Lo Stato non può lasciare dei malati in balia del destino”.
Da qui la lettera di una parlamentare al premier Enrico Letta perché il Governo si occupi del problema. “Ci sono Regioni evolute come le Marche e altre che sono un deserto. Il Piemonte fornisce una risposta discreta ma non basta. L’autismo è una disabilità importante però il modo per offrire migliori condizioni di vita c’è. Le famiglie dei malati hanno sempre cercato il dialogo con il mondo della politica e meritano risposte. Mi sono rivolta anche alla segreteria di Renzi. Io non mollerò né Governo nè Pd. Non ci si può occupare solo di chi protesta in piazza”.
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