Nella sua agenda c’è: sostegno alla libera circolazione, non discriminazione, difesa delle donne, protezione dei consumatori, un’internet più sicuro per i bambini, un impegno costante verso la parità retributiva e una riduzione dei bonus per i banchieri. Ma si tratterebbe, scrive il Redattore Sociale, di sole tematiche, senza fare proposte davvero concrete e innovative.
“Fra le altre cose, Voglio occuparmi della protezione dei rom, dei minori e di tutte le categorie di cittadini più vulnerabili”, ha detto la Jourova, mentre ha ricordato di essere stata in prigione, otto anni fa, in Repubblica Ceca, accusata ingiustamente di un reato che non aveva commesso. “Per questo, una volta provata definitivamente la mia innocenza, ho iniziato a studiare legge e a praticare la professione di avvocato. E’ dopo questa esperienza molto dura che mi è rimasta dentro, che dopo molti anni ho deciso di accettare la nomina a commissario, per una società più equa in cui non ci sia posto per l’ingiustizia”
La commissaria designata ha anche sottolineato come sia favorevole a una carta per i diritti degli LGBTI. “La direttiva antidiscriminazione prevede già misure in favore di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali. Stiamo parlando di 25 milioni di cittadini europei che devono essere protetti e tutelati da qualunque attacco e che hanno gli stessi diritti di tutti i cittadini. Sono in favore di una roadmap molto specifica sull’argomento. Dobbiamo prendere misure concrete, dobbiamo stabilire chi sia responsabile dell’implementazione e valutare i risultati”.
“Il mio punto di riferimento è la carta dei diritti fondamentali UE. Proprio il mio paese è sotto procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea per le scuole separate per i bambini rom. Questo è un problema che dobbiamo risolvere non solo nel mio paese ma in tutti gli Stati membri. Non possiamo accettare un’educazione di serie B per i bambini rom. Però è vero che sta agli Stati membri fare di più, non solo nell’educazione ma anche per quanto riguarda l’accesso al mercato del lavoro, alla formazione e all’istruzione, all’assistenza sanitaria e all’edilizia sociale. In sostanza bisogna rispettare il principio di pari opportunità per tutti”. Più in generale, la discriminazione verso i rom è un tema molto complesso, ma c’è la necessità di collaborare meglio fra il livello europeo, nazionale e locale. Io ho una vasta esperienza a riguardo perché per anni ho lavorato nelle autorità locali. L’anello che manca, secondo me, è un raccordo fra i diritti delle minoranze e quello che vogliono le maggioranze”.
“Chiunque entri nell’Unione Europea deve rispettare i diritti fondamentali che qui si applicano”, ha affermato la commissaria designata. “Non voglio dare giudizi sull’Islam perché non è né mio compito né mia sfera di competenze. Però è certo che i nostri diritti si applicano a chiunque decida di vivere nell’UE, e quindi ovviamente anche a tutte le donne”.
In materia di uguaglianza di genere la commissaria ceca si è impegnata entro l’anno a fare progressi sulla legislazione riguardante il gap fra laureate e donne che occupano posizioni dirigenziali, ad affrontare il problema della forbice salariale e a investire nell’istruzione e nella formazione delle donne nonché a proporre una strategia europea per la lotta contro la violenza di genere (invitando gli Stati membri che non l’hanno ancora fatto a ratificare la convenzione di Istanbul) e a riaprire le discussioni sulla direttiva per aumentare il periodo di maternità.
A chi le ha chiesto perché la discriminazione nei confronti dei disabili sia stata inserita nel portafoglio del commissario all’Occupazione e non in quello del commissario alla Giustizia, la Jourova ha risposto: “In realtà al di fuori dell’ambito lavorativo, e per quello che riguarda la discriminazione orizzontale, i disabili fanno anche parte del mio portafoglio. Io non dimentico assolutamente le persone con disabilità”.
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