Una mamma influencer, una delle due componenti del duo di mamme che ha lanciato qualche mese fa la petizione volta modificare il calendario scolastico, ha raccontato la sua esperienza da mamma di una bambina alla quale è stato diagnosticato l’Adhd, il disturbo da deficit di attenzione/iperattività.
La madre ha evidenziato le differenze nell’insorgenza della diagnosi nelle bambine rispetto ai bambini. Ecco il racconto: In prima elementare mia figlia torna a casa tutti i giorni con una nota. ‘Si distrae’ “parla a sproposito’ ‘non ascolta’. Ai colloqui, continui, le insegnanti raccontano episodi che a me paiono tenerissimi come gravi: ‘mentre facevo lezione e parlavo di tutt’altro, è intervenuta raccontando cosa aveva fatto il giorno prima’. Per loro è maleducata, non ascolta, dobbiamo intervenire. Io mi sento impotente. Così chiedo aiuto. La porto da uno psicologo per capire se fossi io l’iperprotettiva che non supporta abbastanza le insegnanti, loro le incapaci di andarle incontro o lei, l’irrecuperabile. Verdetto: cambi scuola senza alcun rimorso”.
“Lei sboccia, ma è completamente priva di senso di responsabilità nei confronti della scuola. Chiedo consulto alla scuola, mi indirizzano verso una neuropsichiatra esperta di Adhd. In due mesi ho la diagnosi: discalculia e Adhd. E ora siamo rinate. La diagnosi nelle bambine è molto difficile. Le bambine con Adhd non disturbano, si perdono nei loro mondi interiori, non si vedono; è più facile diagnosticarla ad un maschio iperattivo”, ha concluso.
A commentare moltissime donne che hanno raccontato la loro esperienza, tra cui l’influencer 28enne Giorgia Soleri. Ecco le sue parole: “La potenza della diagnosi. Ho avuto la mia a ottobre 2023. Una diagnosi che ha il sapore dolce-amaro, perché ora capisco tante cose del mio percorso, scolastico e non. Grazie da una bambina Adhd non diagnosticata, che ora vive il peso di tutto ciò che non ha potuto essere”.
I problemi strettamente legati al disturbo, non si esauriscono nelle criticità di apprendimento o nell’incapacità di raggiungere i propri obiettivi, esse diventano delle vere e proprie barriere sociali, dal momento in cui le ripetute manifestazioni dell’assenza di controllo spesso vengono percepite dagli altri (siano essi insegnanti, genitori di altri compagni o i compagni stessi) come mancanza di educazione, una deduzione che porta a colpevolizzare il bambino e la sua famiglia. Ecco perché è particolarmente importante riconoscere i segni di un disagio e intervenire in maniera appropriata.
Tutti gli insegnanti sono tenuti a garantire agli studenti con Adhd un ambiente gratificante e stimolante, conoscendo il disturbo e la distinzione tra la variante con deficit d’attenzione e quella con iperattività per essere pronti a intervenire nel caso in cui si presenti un caso o più in classe.
Su questi argomenti il corso Adhd: strategie di intervento in classe, a cura di Marco Catania, in programma dal 2 febbraio.
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