Una nuova auto sul mercato: la 107 3L

Recentemente la RealCasa Montecitoresca, (da qui in avanti, RCM), ha immesso sul mercato un nuovo modello di autoveicolo, contrassegnato dal numero 107, circonfuso da un logo costituito da abbaglianti, nonché trinitarie “L”: un sigillo che certifica efficacia ed efficienza. E fidelizzazione.

La 107-3L sintetizza, al meglio, tutte le caratteristiche di un’auto sobriamente innovativa e moderna, capace di soddisfare le esigenze di una clientela trasversale e sempre più volubile. La novità più travolgente è rappresentata dal fatto che, per così dire, è stato invertito il consueto processo di delocalizzazione di una fabbrica: cioè, il progetto del prezioso manufatto è stato implementato in una non ancora precisata località esotica, mentre in terra natia, le maestranze, gli industriosi e tricolor/ammantati bambagi (i residenti della RCM, meglio conosciuta come “bambagia-land”), provvedevano, con sprezzante sacrificio grondante faraonica traspirazione, ad assemblare i 202 mirabili componenti della monoscocca, resistente a ogni sia pur minima variazione di temperatura.

La monovolume, graziosamente concessa e venduta agli automobilisti sovrani per innovare le sorti della progressiva e magnifica circolazione nazionale e della conseguente sicurezza di tutti, pedoni compresi, la monovolume, si diceva, nell’ allestimento di base comprende perfino un piano di moltiplicamento (delle prestazioni), il cd “pdm”, a fasatura variabile e a indotto rotante. La 107-3L, fra le numerose sorprese, è dotata di un dispositivo strutturale, (il cd “ds”), il quale, come suggerisce l’aggettivazione, orienta l’autovettura verso un rendimento integrale e auto-adattivo. Non solo: il rendimento è misurabile step by step, in quanto il cd “ds” è interfacciato con il report auto-vehicle (il cd “rav”).
A sua volta, il cd “rav” garantisce la sua affidabilità grazie a una criptica connessione in telemetria con il sistema di navigazione variegato (il cd “snv”). Il “ds” provvede anche alla manutenzione all-inclusive, il cd “ptof” (programma triennale di ordinaria funzionalità, da replicare ad libitum).

Mentre per la mobilità extra-ordinaria, (leggasi come inserzioni a scadenza ravvicinata e di trascurabile e pietosa entità), è previsto l’impiego dei cd “ooss”, cioè gli ossidati sincronizzatori. Ma, come suggerisce anche qui l’aggettivazione, tale impiego è un labirinto di apparenze, buono solo per esaurire i resti di magazzino dei futuri estinti sincronizzanti cuspidali: in auge, e quindi largamente utilizzati, nel secolo passato. Da ossidanti le marce regressive a ossidati. Anticaglie, quindi. Un altro dispositivo, il cd “doc” (dispositivo operativo cinetico), provvede alla vera e propria accensione e al relativo movimento dell’autoveicolo sulla strada: il cd “doc” si può avere anche potenziato, con un modico, quasi ridicolo sovrapprezzo. In compenso, il cd “doc-pot” permette al veicolo di percorrere tutta la rete autostradale nazionale con un solo pieno di carburante, basta che contenga ottani di tipo “c”.

La RCM ha fatto anche montare, nella modernissima autovettura, un ingegnoso meccanismo, l’organo automatico (il cd. “oa”): di fatto, un congegno pret a porter. Dopo aver incapsulato il doc, è capace di auto-modularsi, in monolitica e unidirezionale sinergia con il cd “ds” e con il cd “rav”, per il cd “cs”, meglio noto come customer satisfaction, cioè per una clientela sempre più smaliziata e “viziata” dalle comodità della vita moderna.
I bambagi, questi alacri e indefessi operai dai colletti bianchi, nonché anime disinteressate e candide, in spirito servizievole, religiosamente non contrastivo, con il ceo della RCM, il dott. Leo Renzo della Poldesca, giovin e fonziesco signore discendente da una stirpe di nobili nonchè filantropi banchieri etruschi, che millantano utilità non patrimoniali ab aeterno, e sussunto alla più alta carica per le strategie decisionali ed esecutive in virtù della più adamantina fra le meritocrazie degli italici clan, cioè quella che dissimula l’impaludamento tra le secche della immaginazione della cosa, al fine di infinocchiare gli automobilisti gonzi , piuttosto che andar dietro alla realtà effettuale della cosa stessa, i bambagi della RCM di cui sopra, si diceva, hanno, questa volta di lor sponte, anche brevettato seducenti facilitazioni, sotto forma di sgravi fiscali, per far circolare la 107-3L in strade private o in via di privatizzazione, grazie anche ai bracci multipli delle sospensioni in assetto silent-block e a barra di torsione, con l’esclusiva mondiale di un equipaggiamento tubeless rigorosamente color porpora, il cd “cl”, meglio noto come cerchioni e (il)luminazioni.

Insomma, sia le competenze costruttive espresse dai bambagi della RCM, sia le competenze progettuali dello stupefacente “know how” di importazione aliena, sono certificate da questo gioiello tecnologico, la 107-3L, i cui costi, di acquisto e di gestione, sono altamente competitivi; questi modestissimi esborsi rassicurano i correnti e futuri acquirenti su un rapporto qualità/prezzo che è basato su criteri sia oggettivi che reputazionali, validati dopo una sorvegliata somministrazione dei severi crash-test da parte del cd “invalsi”, meglio noto come: istituto nazionale (dei) valori automobilistici liberamente sottratti (all) indicizzazione. Il prezzo dell’autovettura, chiavi in mano, sarà bloccato per i prossimi 10 anni.
C’è da esserne orgogliosi. La nuova 107-3L: la buona auto al sor-passo dei tempi.

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