Nel web nasce una petizione favore del reintegro a scuola di Arturo che insieme ad altri quattro compagni forzano la finestra della sala professori ed entrano. Si sistemano lì in attesa degli altri studenti che hanno promesso di raggiungerli. Invece un po’ più tardi si presentano i carabinieri. Li chiama il vicepreside. L’occupazione del liceo Plinio di via Montebello è già finita. Ma per Arturo e i suoi compagni è solo l’inizio. Nella petizione si legge: “Arturo ha forzato un lucchetto perché voleva occupare la scuola, il Liceo Plinio di via Montebello. I suoi compagni, minorenni, sono stati denunciati, lui no. Lui deve lasciare la scuola, è maggiorenne e il Preside gli ha consigliato di cambiare scuola.
Racconta suo padre, Vittorio Catalano Gonzaga: “Ho incontrato il preside nel corridoio del liceo, mi ha quasi preso sottobraccio e mi ha detto: “Se non vuole che denunci penalmente suo figlio, lo tolga da questa scuola”. Pensavo di aver capito male, gli ho anche chiesto di ripetere, poi ho pensato a mio figlio, un ragazzo per bene, non una testa calda, gli ho consigliato io di occupare perché credo che nella vita di uno studente sia un’esperienza da fare, ora me ne pento, ma con 4 figli sa quante occupazioni ho visto?”. Il papà di Arturo non se la sente di mettere sulle spalle del figlio così giovane una denuncia penale, “e ho firmato il nulla osta per il trasferimento”. Da quel momento, Arturo Catalano Gonzaga è scomparso dal liceo Plinio, “non posso accedere ai miei voti online, non mi fanno neanche entrare e non mi danno le pagelle”. Ma soprattutto, dal 26 novembre non ha una scuola dove andare per continuare il suo quarto anno di liceo scientifico. Le altre cui ha chiesto il trasferimento sono in chiusura di trimestre e lo hanno rimandato a gennaio, dopo le vacanze di Natale, “per me significa perdere quasi due mesi di lezione” (brano tratto dal quotidiano il Corriere della sera del 13 dicembre 2014). Questa vicenda racconta di una scuola piccola piccola, più piccola della effrazione commessa da Arturo. Non svendiamo la scuola e il futuro di uno studente per un lucchetto! “
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