Categorie: Didattica

Una proposta di autoformazione per la scuola digitale

Il progetto intende consolidare il processo di sperimentazione di un nuovo ambiente di apprendimento digitale, con il ricorso ad una pluralità di azioni ed interventi finalizzati a cambiare le regole del fare scuola; “rompere” le mura fisiche della classe; “innovare” spazi e tempi della didattica; promuovere un cambiamento culturale. Significa innanzitutto modificare i processi di insegnamento apprendimento. Occorre sperimentare, nuovi setting di apprendimento, nuove metodologie di apprendimento, nuova organizzazione didattica, nuova tecnologia al servizio dell’apprendimento, nuovi contenuti e metodi di formazione per i docenti.
A tal fine, il Piano nazionale scuola digitale, ha posto l’esigenza prioritaria di avviare un consistente processo di sperimentazione in gran parte delle scuole italiane

Il percorso della sperimentazione

Nel 2009 si decise di agire su 3 livelli e diffusioni: tutte le scuole con dotazioni di classe (Lim); poche scuole con la creazione di Classi 2.0; pochissime scuole con la creazione di Scuole 2.0.
In tal modo, si voleva contagiare e innescare una trasformazione grazie alla semina dell’innovazione. guidando il rinnovamento con politiche dall’alto come editoria digitale, Lim e libri di testo.
Oggi, invece, il Piano nazionale scuola digitale intende passare dal livello sperimentale alla messa a sistema delle numerose azioni e dei finanziamenti che, nelle intenzioni originarie, dovevano costituire la spinta all’innovazione. Pertanto, “grazie ai nuovi provvedimenti normativi, all’avvento dell’Agenda digitale e alla valutazione e raccomandazione dell’Ocse, sono state tracciate tre linee di intervento:

a) migliorare le infrastrutture di Information Communication Technology e la connessione nelle scuole;
b) moltiplicare le opportunità di formazione dei docenti;
c) favorire il ricorso alle risorse educative aperte”.

Uno dei meriti del Piano nazionale è quello di essere partito appunto dalla volontà dei docenti più motivati a favorire un cambiamento culturale, impegnare tutti i docenti e tutto il mondo scuola
La scuola ha avviato un processo di riorganizzazione che è partito dall’introduzione di LIM e tablet ed ha portato alla riorganizzazione di tutta la scuola sia dal punto di vista didattico che amministrativo.
Le classi 2.0 sono giunte alla conclusione del loro percorso di sperimentazione. I primi risultati sono stati raccontati dalle scuole attraverso la documentazione delle esperienze, curata Nuclei territoriali. Contiene indicazioni riguardanti le seguenti tematiche: Materiali e contenuti didattici – Il clima della classe- Il setting educativo- L’organizzazione didattica – La motivazione e partecipazione degli studenti – Le attività in classe.

1) Come si avrà modo di constatare, con le esercitazioni che si intendono proporre , come avvio alle attività di autoformazione, Internet è un contenitore straordinariamente ricco di risorse educative digitali, create da università e scuole o per iniziativa di singoli insegnanti. Si tratta spesso di risorse isolate, non molto note e difficilmente raggiungibili.
2)  L’ Eduteca contiene materiale didattico già disponibile in rete per renderlo fruibile a insegnanti e studenti. E’ un progetto partecipato in continuo aggiornamento. Oggi contiene 3200 schede  riguardanti 15 materie: Matematica, Latino, Filosofia, Arte Storia Educazione fisica Italiano Religione Geografia Scienze Chimica Greco e Grecia Inglese
il digitale nella classe: il cambiamento radicale del processo di apprendimento

Quando si parla di setting di apprendimento e organizzazione didattica si fa riferimento al fatto che le vecchie aule della classe vanno trasformate. In una prima fase, gli studenti si alternano da un’aula-laboratorio ad un’altra. Non esiste più lo spazio classico dell’aula abbinata alla classe, ma solo l’aula per disciplina, dove il docente aspetta i suoi alunni, preparando il lavoro, il setting, i materiali.
E’ stato detto lo spazio insegna” occorre ripensare lo spazio, il tempo dell’apprendimento e gli arredi per superare la rigidità della classe mono-setting, ancora troppo legata ad una didattica trasmissiva.
Alla classica “aula docenti” subentrano spazi di lavoro comuni dove trovare materiali per la propria disciplina, software particolari, lavoro cooperativo, sostegno tra colleghi. I docenti trovano in questo ambiente la spinta alla multi-interdisciplinarità ed al lavoro cooperativo, scoprendo la profondità della loro funzione di manager dell’apprendimento.
Occorre anche fare continuo riferimento alle scuole che hanno già sperimentato questa nuova organizzazione, che hanno creato ambienti di apprendimento innovativi, individualizzazione e personalizzazione degli apprendimenti, formali-non formali, contenuti didattici digitali, metodologie didattiche.

Contenuti e strumenti d’apprendimento

Il concetto stesso di apprendimento forse sta passando una fase di mutazione epocale, che vede lo studente protagonista della costruzione della propria conoscenza attraverso un processo di acquisizione di competenze del tutto rinnovato. Gli studenti oggi apprendono in modo diverso e questo fatto implica un insegnamento diverso. Questa diversità è legata alle nuove tecnologie che hanno portato, ad una socializzazione della conoscenza legata a processi di interconnessione inediti e alla messa in pratica di potenzialità umane che si sono dischiuse piuttosto recentemente. Questo significa soprattutto che l’uomo, attraverso l’uso intelligente delle potenzialità delle nuove tecnologie, sta di fatto espandendo le proprie possibilità di conoscenza, collaborazione, progettazione, e che quest’esperienza viene vissuta proprio a scuola,
Oggi utilizzare le nuove tecnologie in classe come strumenti didattici tradizionali non funziona Oggi l’insegnante insegna meglio se è disposto ad apprendere insieme al proprio studente. Oggi l’insegnante è chiamato a progettare sempre di più e a programmare sempre di meno. Oggi l’insegnante è chiamato a utilizzare tutta la propria intelligenza professionale per fidarsi di quello che accade durante il processo di apprendimento, senza poterlo programmare a scatola chiusa prima Oggi l’insegnante è chiamato a liberarsi dalle ansie dei programmi preconfezionati e da terminare a qualunque costo. Oggi la scuola è chiamata a camminare allo stesso ritmo della vita sociale. La competenza digitale dello studente è garanzia della forma adeguata di trasmissione e costruzione del contenuto.
Le nuove tecnologie chiedono di interrogarsi in maniera più concreta e profonda rispetto a prima su questioni fortemente educative, come per esempio ciò che significa oggi formare un alunno competente. Non basta più dire che si tratta di un alunno che sa, che sa fare e che sa essere. Oggi, nell’esperienza didattica, nell’esperienza dell’apprendimento l’ alunno si deve misurare con la propria capacità di coniugare interesse personale e metodo, entusiasmo e perseveranza nel raggiungere un obiettivo, creatività e senso di responsabilità.
In Europa e in tutto il mondo, la più grande tendenza innovativa nella scuola è lo sviluppo delle tecnologie digitali e l’Italia è in ritardo”.
A questo punto, è necessario spiegare come si impara navigando.
I primi risultati delle sperimentazioni effettuate sono stati raccontati dalle scuole attraverso la documentazione delle esperienze, curata dai Nuclei territoriali. Contiene indicazioni riguardanti le seguenti tematiche: Materiali e contenuti didattici – Il clima della classe – Il setting educativo – L’organizzazione didattica – La motivazione e partecipazione degli studenti – Le attività in classe.
Occorre anche prendere visione del libro digitale interattivo e multimediale sotto indicato

eBook+ eBooks: Il libro digitale interattivo e multimediale su cui imparare navigando
E-Book: al via le biblioteche digitali?

“Non penso che Internet cambi il concetto dello spazio e del tempo, ma cambi esattamente lo spazio e il tempo: questa è la questione importante. Un sistema di comunicazione modifica il nostro ambiente di “prossimità”, le cose che prima apparivano lontane si avvicinano e rientrano all’interno del nostro spazio dell’esperienza”. (PierreLevy)
Gli ‘Electronic book’ vivono finalmente la loro prima stagione di popolarità: dopo anni di faticoso cammino (le prime esperienze risalgono agli anni ottanta) la rivoluzione dell’editoria digitale è in corso. Nonostante l’interesse pubblico e il costante incremento delle vendite, nello zaino dei nostri ‘nativi digitali’ troviamo solo libri tradizionali e il rischio che l’innovazione non sia recepita dal mondo della scuola è evidente.
Queste pagine che da anni si occupano di queste tematiche, si aggiornano per offire una panoramica delle nuove frontiere della lettura: vi potete trovare testi di aggiornamento, eBook gratuiti o a basso costo, informazioni sui diversi reader, sui software per creare Ebook e testi da prelevare gratuitamente!
Come diventare “autori elettronici”? Realizzare un libro elettronico a scuola è un’attività divertente e molto educativa, per abituare bambini e ragazzi a “costruire” autonomamente pubblicazioni originali, a costo zero. Le competenze necessarie sono alla portata di tutti: una discreta padronanza nella videoscrittura, qualche nozione di impaginazione e di gestione delle immagini digitali e un programma autore per e-book, prelevabile on line!!!
Con un semplice clic l’eBook+ mette a disposizione:

– un volume per lo studio, arricchito da contenuti multimediali, con cui si possono:
– utilizzare gli strumenti integrati nell’app (penna, evidenziatore, note, gomma)
– fare una cattura della pagina corrente e inviarla via email
– consultare gli oggetti interattivi/multimediali agganciati e segnalati sulle pagine
– svolgere test interattivi
– visualizzare lo storico degli esercizi
– un quaderno per gli appunti, sempre sincronizzabile su tutti i dispositivi su cui si utilizza l’eBook+. Su ogni testo si possono creare note, sottolineare, inserire segnalibri personali. Il quaderno degli appunti è richiamabile da qualsiasi sezione dell’eBook+
– una classe virtuale a cui distribuire appunti, esercizi e notifiche.

Gli insegnanti possono invitare gli studenti in una classe virtuale, organizzarli in gruppi e distribuire esercizi, appunti e comunicazioni I contenuti interattivi di eBook+ sono molteplici: gallery di immagini e mediagallery, carte e linee del tempo, video, audio, mappe ed esercizi…
Gli esercizi svolti, le note, i segnalibri, gli appunti e le evidenziazioni vengono salvati nel cloud quando si è collegati a Internet e tutti i tuoi volumi, anche se installati su dispositivi diversi, vengono sincronizzati con le attività svolte.
(Per accedere ai contenuti del tuo eBook+ scarica da http://www.scuolabook.it l’applicazione Scuolabook Reader e diventa subito operativo!)

Strumenti operativi

Altri strumenti da valorizzare rendendoli operativi sono la LIM e la creazione di mondi virtuali

La LIM
La Lavagna Interattiva Multimediale (LIM) svolge un ruolo chiave per l’innovazione della didattica: è uno strumento “a misura di scuola” che consente di integrare le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione nella didattica in classe e in modo trasversale alle diverse discipline. L’innovazione delle pratiche educative è un processo di profonda trasformazione, per cui il docente necessita di essere sostenuto nella sua esperienza professionale. L’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica ha progettato pertanto un percorso di accompagnamento all’adozione della tecnologia LIM attraverso un piano di formazione mirato, volto a costruire una pratica riflessiva e a offrire ai docenti un supporto per la progettazione e la conduzione di attività didattiche (anche per alunni disabili e con disturbi specifici) con la LIM.

Il linguaggio audiovisivo

• Il linguaggio audiovisivo è difficile da praticare a scuola, per ragioni fin troppo evidenti: girare dei video è costoso, richiede attrezzature, richiede magari di uscire fisicamente dalla scuola.
• Nonostante la media education stia entrando nelle indicazioni e nei programmi di molti Paesi, problemi di tipo logistico, economico e metodologico continuano a limitare l’adozione, soprattuto in un approccio di produzione. Con il risultato che la produzione audiovisiva continua ad essere affrontata poco, al limite come disciplina specialistica destinata a pochi.
• Se da un lato, quindi, tutti siamo “lettori” dell’ audiovisivo – tutti andiamo al cinema, tutti vediamo continuamente spot, videoclip etc. – sono ancora in pochi quelli in grado di “scriverlo”.
• E’ pur vero che, da quando c’è la Rete, è aumentato enormemente il numero di persone che producono e pubblicano video; ma, a ben guardare, è vero anche che la stragrande maggioranza dei video su YouTube si limita a registrare la realtà: lo spettatore/narratore, semplicemente, rappresenta e interpreta ciò che gli si para davanti agli occhi. Siamo lontani da quello che avviene con la scrittura alfabetica, che ci permette anche di inventare dei mondi con la stessa facilità, realistici o fantastici che siano.
• I mondi virtuali ci offrono questa opportunità: rappresentare con il linguaggio audiovisivo quel“ che fino ad oggi, a scuola, poteva essere scritto solo con la penna.
In un mondo digitale user-created, diventa facile realizzare uno scenario, rappresentare una storia, e poi filmarla.
• Ecco un esempio di quello che è possibile fare con i mondi virtuali, un software di editing video e – ovviamente – un pò di immaginazione…
• YouTube è pieno di video come questi. Cercateli attreverso la parola machinima (vedi Wikipedia). Scoprirete una vera e propria galassia di storie girate da persone che adesso hanno un nuovo modo per raccontarle.
• http://www.scuoladigitale.it/#sthash.YTPWS4sW.VdHawZpY.dpuf

APPENDICE

Agenda digitale italiana
Che cos’è l’Agenda Digitale? In estrema sintesi, si può definire come quel complesso di interventi volti a mettere l’Italia al passo con le gradi economie del pianeta in fatto di banda larga, infrastrutture digitali, e-commerce, e-government.
In sintesi ancor più estrema, permettere a tutti i cittadini di beneficiare delle enormi agevolazioni nella vita quotidiana permesse dalla diffusione capillare di Internet.

Fin qui tutto bello e più che condivisibile, anche da parte di coloro che sono rimasti fin qui estranei alla rivoluzione digitale. Ma analizzando più nel dettaglio gli ambiti operativi dell’Agenda Digitale ci si rende conto dei potenziali e non trascurabili ostacoli.
Recentemente sono stati identificati i primi obiettivi da raggiungere: sviluppo della banda larga su tutto il territorio nazionale, conseguente riduzione del cosiddetto “digital divide”, diffusione del “cloud computing” con lo spostamento direttamente dentro la Rete di una serie di dati e attività che prima risiedevano all’interno di server e computer, creazione di città intelligenti (smart cities)
Recentemente sono stati identificati i primi obiettivi da raggiungere: sviluppo della banda larga su tutto il territorio nazionale, conseguente riduzione del cosiddetto “digital divide”, diffusione del “cloud computing” con lo spostamento direttamente dentro la Rete di una serie di dati e attività che prima risiedevano all’interno di server e computer, creazione di città intelligenti (smart cities). Obiettivi molto ambiziosi, senonché il loro efficace conseguimento passa inevitabilmente dalla primaria realizzazione del primo, ovvero la diffusione della banda larga. Senza la creazione di autostrade digitali dove far passare dati, immagini, suoni e filmati, per portarli dentro le case, gli uffici, i luoghi di svago, non si va lontano. Al riguardo, già entro il 2013 si conta di raggiungere con collegamenti veloci di Rete tutte quelle aree che ne sono rimaste fin qui escluse, il tutto attraverso fondi già stanziati sia per il Settentrione che per il Centro e il Meridione, quest’ultimo in condizioni d’arretratezza anche sotto il profilo digitale.

Attualmente, per quanto attiene all’obiettivo di ridurre il digital divide interno al mondo della scuola, è in atto, come si è detto, il Piano Nazionale Scuola Digitale, che punta ad introdurre condizioni di innesco, di sostegno e di formazione continua degli insegnanti attraverso la propria Agenzia per la Ricerca e l’Innovazione, (INDIRE), promuovendo e dando supporto alle iniziative delle scuole che vogliono intraprendere un percorso di trasformazione graduale degli ambienti di apprendimento, prevedendo azioni volte a riqualificare la scuola come uno dei principali motori di sviluppo delle competenze digitali del Paese
Per garantire una accelerazione dei processi di innovazione della scuola italiana, in linea con gli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea, è stato firmato l’accordo tra Governo e regioni, concernente la diffusione nelle scuole di ogni ordine e grado dei progetti e delle azioni di innovazione didattica in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano del 25 luglio 2012.
In attuazione del suddetto accordo, per realizzare l’accelerazione dello sviluppo digitale della scuola italiana, entro il mese di settembre verranno definiti e firmati accordi operativi tra la Direzione Generale per gli Studi, la Statistica e i Sistemi Informativi, ogni singola regione e gli Uffici scolastici regionali.
Le finalità che si intendono conseguire con gli accordi in questione vanno in molteplici direzioni: dallo sviluppo della propensione all’uso abituale delle T.I.C. nella didattica, alla produzione di contenuti digitali nel campo dell’editoria scolastica, alla modifica degli ambienti di apprendimento della scuola, alla capillare formazione dei docenti, al supporto alla didattica nelle piccole isole e nei comuni montani attraverso l’uso avanzato delle T.I.C.
All’interno del processo di innovazione didattica trova spazio, infatti, anche l’attenzione nei confronti delle scuole situate nelle piccole isole o nelle zone montane, che vivono situazioni di disagio a causa dell’isolamento, attraverso un modello didattico idoneo a garantire il normale svolgimento del percorso di studi, relativo alla scuola secondaria di primo e secondo grado, agli alunni residenti, laddove non sia possibile attivare classi, secondo i parametri dettati dalle normative vigenti.

L’iniziativa per le scuole delle piccole isole e dei comuni montani si articola nei seguenti punti:

• intervento normativo di supporto;
• conseguente creazione di un centro scolastico digitale collegato funzionalmente, attraverso le tecnologie, alle istituzioni scolastiche di riferimento;
• collegamento degli alunni in rete alle classi omologhe delle istituzioni scolastiche suddette;
• gestione delle attività didattiche in modalità e-learning, con il supporto di un docente/tutor.

Agenda digitale europea
L’agenda digitale presentata dalla Commissione europea è una delle sette iniziative faro della strategia Europa 2020, che fissa obiettivi per la crescita nell’Unione europea (UE) da raggiungere entro il 2020. Questa agenda digitale propone di sfruttare al meglio il potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) per favorire l’innovazione, la crescita economica e il progresso.
La Commissione europea ha proposto un’agenda digitale il cui obiettivo principale è sviluppare un mercato unico digitale per condurre l’Europa verso una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.

Quali sono gli ostacoli che minano l’agenda digitale?

• la frammentazione dei mercati digitali;
• la mancanza di interoperabilità;
• l’aumento della criminalità informatica e il rischio di un calo della fiducia nelle reti;
• la mancanza di investimenti nelle reti;
• l’impegno insufficiente nella ricerca e nell’innovazione;
• la mancanza di alfabetizzazione digitale e di competenze informatiche;
• le opportunità mancate nella risposta ai problemi della società.

Quali azioni intraprendere nell’ambito dell’agenda digitale?
Realizzare il mercato digitale unico
La Commissione s’impegna da un lato ad aprire l’accesso ai contenuti on line legali semplificando le procedure di liberatoria e gestione dei diritti di autore e di rilascio di licenze transfrontaliere. A tal fine, proporrà una direttiva quadro sulla gestione collettiva dei diritti e una direttiva sulle opere orfane. Dall’altro lato, essa rivedrà la direttiva sul riutilizzo dell’informazione del settore pubblico.
Per agevolare le fatturazioni e i pagamenti elettronici la Commissione deve completare l’area di pagamento unica in euro (SEPA) e rivedere la direttiva sulla firma elettronica al fine di offrire sistemi di autenticazione elettronica sicuri.
Il mercato digitale europeo è caratterizzato da una mancanza di fiducia degli utenti per quanto riguarda la sicurezza dei pagamenti e la protezione della riservatezza. La Commissione intende rivedere il quadro normativo dell’UE in materia di protezione dei dati e intende pubblicare un codice on line che riassuma in modo chiaro e accessibile i diritti degli utenti digitali. Tale codice verterà anche sulla legislazione in materia di contratti e sulla risoluzione delle controversie on line a livello europeo. La Commissione intende creare inoltre un marchio di fiducia UE on line per tutelare i consumatori.
I servizi di telecomunicazione devono essere unificati. Occorre anche armonizzare la numerazione dei servizi e le bande dello spettro.

Aumentare l’interoperabilità e gli standard
L’UE deve aumentare l’interoperabilità di dispositivi, applicazioni, banche dati, servizi e reti. A tale scopo è fondamentale che la Commissione prosegua il riesame della sua politica in materia di standardizzazione. Deve inoltre promuovere norme adeguate ai diritti essenziali di proprietà intellettuale.

Consolidare la fiducia e la sicurezza on line
L’Europa deve rafforzare la sua politica per contrastare la criminalità informatica, la pornografia infantile on line e il non rispetto della riservatezza e dei dati personali. La Commissione presenterà misure relative alla sicurezza delle reti e dell’informazione, e alla lotta contro gli attacchi informatici.
Parallelamente gli Stati membri devono adottare misure per istituire una rete efficiente a livello nazionale e procedere a simulazioni di attacchi informatici su larga scala. Le piattaforme nazionali di segnalazione dovrebbero essere adattate alla piattaforma contro la criminalità elettronica di Europol.

Promuovere un accesso ad Internet veloce e superveloce per tutti
L’Europa deve disporre di un Internet veloce e superveloce, accessibile a tutti e a prezzi competitivi. In tale ottica, l’UE deve creare reti d’accesso di nuova generazione (NGA). La Commissione intende servirsi dei fondi europei (in particolare del FESR o del FEASR) per finanziare gli investimenti nella banda larga. La Commissione rafforzerà inoltre la sua politica in materia di spettro radio.

Investire nella ricerca e nell’innovazione
L’Europa deve investire di più nelle attività di ricerca e sviluppo connesse alle TIC, le quali sono ancora insufficienti in Europa rispetto a quanto avviene nei principali paesi partner commerciali. La Commissione intende quindi favorire gli investimenti privati e raddoppiare le spese pubbliche nello sviluppo delle TIC.

Migliorare l’alfabetizzazione, le competenze e l’inclusione nel mondo digitale
Benché Internet faccia ormai parte integrante della vita quotidiana di molti europei, alcuni gruppi della popolazione sono ancora esclusi dall’alfabetizzazione mediatica nell’ambiente digitale. L’UE, inoltre, soffre della carenza di personale competente nel settore delle TIC.
Per favorire l’occupazione nel settore delle TIC, la Commissione propone di inserire l’alfabetizzazione e le competenze digitali fra le priorità del Fondo sociale europeo. Essa intende inoltre sviluppare gli strumenti per identificare e riconoscere le competenze dei tecnici e degli utenti delle TIC. Lo scopo è sviluppare un quadro europeo per i professionisti delle TIC.
Per rimediare alle disparità tra i cittadini europei nell’accesso all’alfabetizzazione digitale, gli Stati membri devono promuovere l’E-accessibilità, in particolare nel quadro dell’applicazione della direttiva “Servizi di media audiovisivi”.

Vantaggi per la società grazie a un utilizzo intelligente della tecnologia
L’Unione europea deve sfruttare il potenziale offerto dall’utilizzo delle TIC nei seguenti settori:
• i cambiamenti climatici, attraverso partenariati con i settori responsabili delle emissioni;
• la gestione dell’invecchiamento demografico, attraverso la medicina elettronica e i sistemi e servizi di telemedicina;
• la digitalizzazione dei contenuti grazie a Europeana;
• i sistemi di trasporto intelligenti, attraverso l’applicazione della direttiva proposta.

Come realizzare queste azioni?
La realizzazione delle suddette azioni richiederà un costante impegno a livello comunitario e dei singoli Stati membri (nonché a livello regionale). L’attuazione sarà coordinata da un gruppo di commissari che dovranno coinvolgere gli Stati membri e il Parlamento europeo.
Un bilancio periodico dei progressi compiuti nell’ambito dell’agenda digitale sarà realizzato ogni anno con la pubblicazione di un quadro di valutazione e l’organizzazione di un’assemblea sul digitale.

Contesto
La crisi finanziaria del 2008 ha messo in luce alcune carenze strutturali dell’economia europea. La strategia «Europa 2020», avviata dalla Commissione europea nel 2010, rappresenta parte della risposta a questa crisi. Essa fissa obiettivi in materia di occupazione, produttività e coesione sociale. L’agenda digitale europea s’inscrive nella strategia Europa 2020 ed è una delle sue sette iniziative faro.

Per eventuali chiarimenti, gli interessati possono utilizzare l’indirizzo di posta elettronica massimo_dolce@fastwebnet.it

Redazione

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