Home I lettori ci scrivono Una proposta di modifica al decreto legge n. 384

Una proposta di modifica al decreto legge n. 384

CONDIVIDI

Sono Francesca Vian, ho avviato una proposta di modifica al decreto 384. Esso infatti non menziona i Bes all’esame di stato, che invece l’O.M. del 29 maggio 2015 equipara ai DSA, come strumenti compensativi.

Ecco il testo della petizione per la modifica

Al ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli

Tutti i bisogni educativi speciali, non solo i ragazzi con DSA, hanno diritto agli strumenti compensativi all’esame di stato.

Lo dice l’OM del 29 maggio 2015, che segna così un importante traguardo di equità e di giustizia, mette i docenti nella condizione di non fare “le parti uguali fra disuguali”, fa progredire i valori supremi della Costituzione (articoli 3 e 34).

Il decreto delegato 384, però, sugli esami di stato, in corso di approvazione, lo ha dimenticato e così anche la commissione parlamentare che ha dato il parere. Esso nasce già superato dalla legislazione precedente.

Chiediamo al ministro Valeria Fedeli, che questo importante traguardo civile, sia citato anche nell’atto 384, articolo 12, ai commi 8, 9, 10 (aggiungendo a DSA la dicitura “e con altri bisogni educativi speciali”), poiché solo adattare la didattica e la valutazione a tutte le difficoltà garantisce la personalizzazione effettiva, rende possibile un percorso inclusivo per tutti.  

Solo ponderando, cioè mettendo dei contrappesi, dal momento che la condizione di partenza degli studenti non è uguale per tutti, ci si avvicina a “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Siamo certi che il ministro vorrà ascoltare questa battaglia civile, così come ha dimostrato in questi mesi in altre occasioni.  

Francesca Vian

con il patrocinio dell’Associazione Premio civico 

con il patrocinio della Fondazione Antonino Caponnetto