Una proposta per la scuola dell’Infanzia

Le/gli insegnanti delle scuole dell’Infanzia di dopo un’attenta lettura del Ddl 2994, ritengono che ci sia alla base dello stesso un alterato principio di autonomia, che delinea nell’intero documento uno scenario di competizione e divisione. La scuola non può e non deve accogliere tali caratteristiche. L’ambiente scolastico deve essere strutturato come comunità educante dove ognuno é libero di esprimere pensieri e opinioni, senza temere alcuna ritorsione.

La relazione educativa che include ogni membro della comunità scolastica, non deve essere piramidale e autoritaria, pur necessitando di regole e ruoli, non può che essere paritetica.

Gli insegnanti non hanno bisogno di premi al merito, magari avvertono la necessità di ambienti e strumenti idonei e, ci permettiamo, di stipendi adeguati per tutti, sottolineando che il blocco pluriennale del contratto.

Ci è stato fatto notare che gli insegnanti non sono tutti uguali, vero, ma, frequentando ogni giorno la scuola, riteniamo che sia inconcepibile soltanto l’idea dell’esistenza dell’insegnante nullafacente. Non si può
vivere serenamente in una classe, anzi non si vive affatto, se non si riesce a catturare l’interesse dei ragazzi lavorando e aggiornandosi per sollecitare la curiosità dei bambini verso le nuove conoscenze.

Ammettendo per un attimo che possano esserci degli insegnanti poco attenti, financo disattenti ai doveri professionali, qual è il motivo che spinge il legislatore a creare uno stato di “guerriglia” interna? La valutazione dei docenti è il motivo che lo ha portato a pensare al preside-sindaco? Qualora si delineasse la necessità di effettuarla potrebbero essere utilizzati gli ispettori, agenti esterni e super partes.
Non dimentichiamo però che gli insegnanti sono lavoratori che sono stati abbondantemente valutati, esami, laurea/e, specializzazioni, master, perfezionamenti e concorsi, tutto questo è stato superato senza merito?
Quale altro settore pubblico presenta le caratteristiche che il Ddl vuole applicare agli insegnanti, sia per la valutazione sia per i trasferimenti?

L’istituzione scolastica è comunità educante dove si esplica l’attività di formazione in modo cooperativo e collaborativo, per questo il dirigente scolastico deve restare PRIMUS INTER PARES, responsabile in solido con l’intera comunità educante.

Nel Ddl 2994 è assente un grado scolastico: la scuola dell’Infanzia. Per correttezza dovremmo parlare di una presenza occulta, infatti nell’Art. 22 del testo licenziato dalla Camera si dice che il Governo avrà delega entro diciotto mesi dall’entrata in vigore della legge, per regolare e definire la nuova identità della scuola dell’Infanzia, inserendola nel Sistema integrato 0-6. Ci domandiamo il motivo che lega il futuro della scuola dell’Infanzia ad una delega in bianco? Chi avrà il compito di stabilirlo e chi potrà controbattere? Presumibilmente lo stabilirà un gruppo ristretto di persone e nessuno potrà dissentire.

L’asilo nido ha un valore educativo, tanto che riteniamo che sia corretto il superamento della domanda individuale e la generalizzazione, come d’altra parte si auspica per la scuola dell’Infanzia, si dovrebbe però parlare di un sistema integrato 0-14 e non 0-6, altrimenti la scuola che accoglie il bambino da 0 a 6 anni sarebbe ancor di più considerata mero servizio sociale, piuttosto che ambiente educativo.

Sarebbe auspicabile rendere obbligatorio almeno l’ultimo anno di scuola dell’Infanzia, in tal modo i bambini stranieri avrebbero maggiori possibilità per imparare ad utilizzare la lingua italiana prima di doversi confrontare con la scrittura e la lettura. Congiuntamente bambini stranieri e bambini italiani acquisirebbero una maggiore capacità relazionale vivendo in un ambiente di socializzazione secondaria adeguato alla loro fascia di età e ai loro tempi di sviluppo, diversi nell’ordine di mesi come specifica la psicologia dell’età evolutiva.

Il sistema integrato 0-14 deve essere totalmente PUBBLICO e STATALE se vogliamo riconoscere la piena titolarità educativa ai professionisti ed equità educativa ai discenti.
Soltanto dando valore istituzionale e sociale a tale professionalità e percorso educativo, si riconoscerebbe l’importanza dei pre-requisiti della conoscenza, basi indispensabili per imparare a leggere, scrivere, far di conto e a diventare adulti responsabili e cittadini consapevoli.

In ordine alla premessa gli scriventi PROPONGONO CHE

1. la scuola dell’Infanzia resti scuola statale nella gestione e nei finanziamenti;
2. venga esteso l’obbligo scolastico alla scuola dell’Infanzia;
3. l’età di frequenza dei bambini di tale grado sia 3/6 anni.
4. il numero dei bambini per sezione non superi le 25 unità al fine di ottimizzare l’insegnamento individualizzato;
5. vengano aboliti gli albi territoriali;
6. in caso di assenza dei docenti vengano nominati i supplenti fin dal primo giorno;
7. il reclutamento avvenga tramite scorrimento di graduatoria;
8. si mantenga la titolarità di cattedra;
9. le tematiche dell’aggiornamento obbligatorio siano deliberate dal Collegio dei docenti;
10. venga ampliato l’organico ATA

I lettori ci scrivono

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