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Una rete mondiale per l’innovazione della scuola

Changemaker Schools è un progetto avviato per sostenere quegli istituti che mettono lo studente al centro della propria missione di formazione. Le due più “virtuose” scuole che stanno mettendo in pratica questo principio, secondo Ashoka Italia,  sono un Istituto tecnico di Brindisi e una scuola materna di Ostia.

 “Se una cosa funziona è uno spreco che non venga ‘copiata’, le buone idee vanno replicate”, spiega Enrica Cornaglia di Ashoka.

Su questo principio di condivisione si basa il progetto mondiale “Scuole Changemaker”, pensato per identificare, connettere e sostenere le scuole che fanno dell’innovazione un cardine dei loro metodi didattici.

La ong selezionerà uno o più istituti che, oltre a essere affiancati nel proprio Paese da esperti di educazione, parteciperanno a meeting internazionali diventando parte di una comunità globale, con la quale condividere il proprio progetto e grazie alla quale diventare ispiratori per altre scuole.

E allora Ashoka ha realizzato una mappatura degli istituti partendo dall’opinione di 40 esperti del settore educativo che hanno segnalato quali scuole stessero lavorando con percorsi didattici che includessero fattori come la creatività, la leadership, l’empatia e l’uso del digitale.

Ogni scuola è stata poi contattata perché rispondesse alla stessa domanda e dalle 180 interviste finali è nata una lista di 300 scuole: di queste l’82% sono pubbliche e il 18% private e paritarie. Solo 28 hanno ricevuto più di 3 segnalazioni ciascuna: 124 sono superiori (39% di licei e 61% di istituti tecnici o professionali). Sul totale il Lazio conta più di 60 scuole, la Lombardia è al terzo posto con circa 40. Tra le 28 più segnalate, ben 8 sono lombarde.

La mappatura –  Anche i metodi educativi mappati sono 28: 8 di questi usano in modi diversi la tecnologia, gli altri si basano su un diverso utilizzo del tempo e dello spazio scolastico. Alcuni esempi di approcci all’avanguardia hanno sviluppato la robotica educativa, l’uso di stampanti 3D, i laboratori o l’autoproduzione di libri di testo. Ma con un occhio di riguardo anche alle relazioni interpersonali: risaltano quindi progetti che stimolano la curiosità, il contatto con la natura e le emozioni.

Sul podio un istituto tecnico  – L’istituto segnalato più volte, ben 8, è l’IIS Majorana di Brindisi:  “Il preside è riuscito ad autoprodurre i libri di testo e ha reinvestito i soldi nella scuola”, racconta Cornaglia di Ashoka.

Inoltre al Majorana si sperimentano metodi come la compattazione del calendario e lo spaced learning. Il primo significa che certe materie vengono insegnate solo durante il 1° quadrimestre, al termine del quale c’è la valutazione finale, e allo stesso modo altre discipline solo nel 2°. Lo spaced learning è un approccio che prevede una particolare articolazione della lezione: tre momenti di input, durante i quali l’insegnante spiega e rivede il tema affrontato, e due intervalli.

Imparare nella natura – Al secondo posto della classifica c’è l’Asilo nel Bosco, segnalato 5 volte, una scuola materna privata di Ostia (Roma) che ha sviluppato un progetto di tipo pedagogico basato sull’imparare immersi nella natura. C’è un insegnante ogni 9 bambini e l’esperienza diretta delle emozioni viene stimolata con il gioco, considerato il miglior mezzo didattico.

Pasquale Almirante

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