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Una scelta irresponsabile: l’autonomia differenziata

Il Governo ha approvato il disegno di legge sull’autonomia differenziata “per favorire la semplificazione delle procedure, l’accelerazione procedimentale, la sburocratizzazione, la distribuzione delle competenze …”.

Si tratta, per il comparto scuola, di un’aspettativa generica, formulata senza cognizione di causa:

  • Come si possono semplificare le procedure se queste non sono praticate?
  • Come si può sburocratizzare la gestione se le disposizioni sull’autonomia sono fraintese?
  • Come si possono distribuire le competenze in assenza di un disegno organizzativo efficace?

Sono tre giudizi supportati da un principio millenario: prima di costruire un edificio bisogna verificarne la compatibilità col terreno.

La lettura del DPR 275/99 è dirimente, “L’autonomia delle istituzioni scolastiche … si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana”:

  • La progettazione è un circuito: prende avvio dalla puntuale e articolata enunciazione dei traguardi, procede con l’ideazione e l’impiego della strategia risolutiva, si chiude con la misurazione degli scostamenti obiettivi-esiti e col ritorno sulle scelte compiute.

La ricerca in rete di un Piano Triennale dell’Offerta Formativa, che dispone la misurazione del grado di raggiungimento delle finalità, scomposte in obiettivi osservabili e misurabili, richiama quella dell’ago nel pagliaio.

  • La precisazione dei tre livelli della gestione progettuale, educazione, formazione e istruzione, implica la visione sistemica e la collegialità. Aspetti che differenziano il modello scolastico da quello universitario, cui tutte le scuole s’identificano. L’applicazione delle disposizioni sull’autonomia implica la strumentalità della conoscenza: è la palestra in cui si affinano le potenzialità dei giovani. Nelle università, invece, il sapere costituisce il traguardo formativo.

Il superamento di tale sudditanza culturale, che la legge postula, è la condizione necessaria per la distribuzione delle competenze tra i diversi organismi, fondamento dell’autonomia delle istituzioni scolastiche.

In ultima analisi si può affermare che il governo muove sulla strada percorsa dai Consigli di Istituto: privilegia la gestione delle risorse, dimenticando l’efficacia e la strategia.

Enrico Maranzana

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