I cittadini che provengono dalla Federazione russa, secondo gli ultimi dati ISTAT, sono circa 40.000, ovvero meno dell’1% della popolazione straniera residente, e si trovano principalmente in Lombardia. Gli ucraini che vivono in Italia sono circa 250.000, il 4,6% tra i cittadini stranieri, il terzo paese europeo per numero di provenienza.
Olga T. e Oksana H. vivono in Italia da diversi anni, dove oggi sentono più che mai la distanza dai loro rispettivi paesi di origine, rispettivamente l’Ucraina e la Russia. Attualmente frequentano entrambe lo stesso istituto secondario di secondo grado, a Torino, nel corso serale per conseguire il diploma di perito in Amministrazione Finanza e Marketing. Entrambe stanno frequentando l’ultimo anno e si apprestano a giugno a sostenere l’esame di Stato. Olga, nata nel 1989, in attesa del suo primo figlio, proviene da Kazan, la capitale della repubblica russa del Tatarstan, sesta città della Russia per popolazione e importante centro di commercio, industria e cultura. Oksana, classe 1990, viene da un piccolo centro al confine con la Slovacchia, in area rurale, dove vive tutta la sua famiglia.
Entrambe le studentesse stanno vivendo dei momenti drammatici e hanno accettato con estrema disponibilità di rispondere ad alcune domande, nell’estremo rispetto delle loro culture.
Come si vive la guerra stando a chilometri di distanza?
Oksana: sono molto preoccupata, soffro moltissimo perché da qui non riesco a fare proprio nulla per loro. Mi sembra impossibile quello che sta succedendo, non riesco a crederci e giorno per giorno cresce la paura. Inoltre, proprio vicino all’area dove vive la mia famiglia c’è una grande centrale nucleare. Al momento riesco ancora ad avere contatti frequenti con loro, per esempio mia zia, che insegna storia nella scuola media, mi racconta che lei va a scuola, ma agli studenti non è più consentito, per sicurezza.
Olga: Ho paura della guerra e non riesco a stare vicina alla mia famiglia. Ho il terrore che scoppi la terza guerra mondiale, ma nel frattempo so dai miei genitori che nella loro città comincia a scarseggiare il cibo, lo zucchero in particolare. E anche a Kazan hanno tutti molta paura. Spero solo che mia madre riesca a venire in Italia per la nascita della mia prima figlia, ma al momento tutti gli spostamenti sono bloccati.
Cosa si può fare per promuovere la pace anche da lontano?
Oksana: in Piemonte ci sono pochi ucraini, ma sarebbe bello se si creasse un’associazione, anche a livello locale, che oggi darebbe forza e idee. Inoltre sarebbe anche utile per capire meglio e far capire soprattutto meglio a tutti cosa e perché sta succedendo. Perché c’è la guerra.
Olga: se la cultura e la storia della Russia fossero più note, così come la lingua, si comprenderebbero anche alcune delle ragioni di questa guerra. Io stessa penso spesso ai racconti di mio nonno, che aveva vissuto durante la Seconda Guerra Mondiale e questo mi aiuta a capire che oggi la maggior parte dei russi sta soffrendo per la guerra.