Afferma il Comitato Vitaindipendente “La discrezionalità dei comuni sull’assistenza ai disabili e la non esigibilità della stessa sono un tratto di “barbarie sociali”, perché fondano i rapporti sociali sull’arbitrio e negano i principi costituzionali di difesa dei soggetti più deboli e ha ricadute sostanziali su diritti fondamentali quali la libertà, la dignità, pari opportunità, diritto alla vita ed alla salute ed il dovere dello Stato a rimuovere ogni fonte di discriminazione e di
disuguaglianza fra tutti i suoi cittadini singoli.
Oggi la tutela da questo arbitrio non è garantita e questo determina una condizione evidente di disparità e di ingiustizia.
Mentre in varie parti del mondo il disabile si afferma come persona unica nella gestione dei suoi bisogni per la sua autonomia fonte anche di nuove, giuste ed importanti centri produttivi globali e non più di discriminante, ghettizzante assistenzialismo mirato solo a rimpinguare e sostenere le fasce sociali deboli lillipuziane che abitano le tasche di molti amministratori, operatori fantasmi, progetti devianti ed enti ed associazioni che come i funghi nascono e come funghi spariscono raccolti chi sa da chi facendo così emergere differenze di trattamento, di condizioni sociali, frammentazioni dei diritti dei disabili e spreco indiscriminato di danaro pubblico a favore di chi?
Certamente non di chi ne ha vera necessità. Da una parte quindi produzione senza confini e, dall’altra, diritti confinati”.
Ecco l’invito, quindi, a firmare la petizione, da inviare a tutti gli organi istituzionali, “perché i diritti non abbiano confini, perché il disabile non sia una merce, perché la dignità non abbia un prezzo, perché la legge sia uguale per tutti”.
Per informazioni
Laura
oemnap@tin.it
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